Aci Castello

 

 

 
 

Aci Castello vista dall'alto

 

 

 
 

Piazza Duomo dopo il bombardamento

 

 

 
 

Piazza Duomo

 

 

 
 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Mettetevi comodi! E' la guerra!

Cap.V Arrivano gli alleati

l3 Maggio ‘43.

Dopo alterne vicende e durissime battaglie combattute nel deserto coi mezzi corazzati, gli Alleati sconfiggono definitivamente le truppe italo-tedesche, chiudendole in una morsa in Tunisia, e deportano i prigionieri in Gran Bretagna,

Nella conferenza "Tridente" di Washington, Roosevelt e Churchill confermano per Luglio l’Operazione Husky, che affidano al XV Gruppo di Armate, coordinate dal generale Alexander, vice di Eisenhower. Non le danno subito inizio per lasciare il tempo ai tedeschi di far pervenire altre divisioni in Italia, sguarnendo il fronte settentrionale.

Così a partire da Giugno gli Alleati cominciano a bombardare massicciamente la Sicilia con le loro "aquile".

I nazi-fascisti rispondono al fuoco con la contraerea. Il loro accentramento più forte si crea alla Piana e proprio su di esso si accaniscono le incursioni americane.

Biagio è solito andare a prendere l’acqua con le quartare alla stazione di Passo Martino col carretto. Don Saro va sempre con lui. Una volta, mentre si recano lì, inizia un terribile bombardamento alleato. I due scendono immediatamente dal carro, si nascondono dentro le grandi tubature che serviranno per bonificare la zona e così si salvano. Il cavallo invece viene colpito. Era bel cavallo nero.

11 Giugno ’43.

Gli Alleati costringono alla resa la base italiana di Pantelleria dopo una settimana di incessanti bombardamenti aerei.

24 Giugno ’43.

Mussolini afferma con tracotanza che sarà in grado di respingere qualsiasi sbarco, dicendo "Li fermeremo sul bagnasciuga!". Una frase che passerà alla storia. Egli in realtà sa che é una battaglia persa in partenza e sta valutando la possibilità di chiedere l’armistizio, conferendo segretamente con Churchill. Però vuole prima far rientrare le truppe italiane che si trovano alle dipendenze dei tedeschi fuori dai confini, perché teme una loro vendetta spietata, nonché stabilire con i nuovi alleati un preciso piano di sbarco. Prevede pertanto di chiedere la resa solo tra due o tre mesi.

Fine Giugno ’43.

Una mattina a Nicolosi, Agata rientra a casa tutta emozionata.

"Ho telefonato a Catania alla zia Carmela e lei mi ha detto che ieri ha chiamato Arturo da Forte dei Marmi. Dice che domani torna a Catania!" comunica felice ai figli.

"Davvero? E come mai?"

"I Collegi Navali si sono sciolti. Stanno mandando tutti a casa! La zia gli ha detto di raggiungerci qui a Nicolosi."

Il giorno dopo Arturo prende un treno per la Sicilia. Invece che in una vettura viaggia dentro un carro-bestiame, sotto bombardamenti feroci. Il treno si ferma spesso, per far rifugiare i passeggeri sotto gli alberi, poi riparte dopo ore di sosta. Mentre attraversa lo Stretto su un traghetto, gli Alleati affondano un traghetto passeggeri vicino al loro e alcuni cadaveri salgono a galla... Lo spettacolo é tremendo. Finalmente Arturo arriva alla stazione di Catania. Senza neanche passare da casa prende una corriera e sale a Nicolosi. Vicino ai familiari, si riprende velocemente dallo shock subito e anzi si mette in vacanza, scendendo ogni giorno in bici fino ad Aci Castello per fare il bagno. L’andata é tutta una discesa, ma il ritorno, nel tardo pomeriggio, é proprio una stancata! E lui arriva a Nicolosi con la lingua penzoloni!

7 Luglio ’43.

Catania viene terribilmente bombardata. Crolla anche la Chiesa di Sant’Euplio. Il cielo sulla città diventa rosso cupo.

9 Luglio ’43.

Due armate alleate formanti il XV Gruppo salpano dai porti della Tunisia a bordo di 3.000 natanti alla volta della Sicilia!

Sono la VII Armata Americana del generale Patton e l’VIII Armata Inglese del generale Montgomery. Il vento però raggiunge Forza 7, il mare é agitato e la loro navigazione è messa a dura prova. Nella notte 13.400 paracadutisti della 82° Divisione aviotrasportata americana, coordinati dal colonnello Gavin, si lanciano sulle coste sud-orientali della Sicilia ma il vento impetuoso, la scarsa visibilità e la poca esperienza in lanci notturni li disperdono su un’area vastissima, rendendo praticamente inutile l’attacco.

Alba del 10 Luglio ’43.

La flotta alleata raggiunge la Sicilia. Almeno 200 mezzi vengono messi fuori uso dalla violenta risacca.

Con un’azione combinata delle navi che effettuano il fuoco di copertura e dei caccia che sorvolano le coste, gli Alleati sbarcano nei Golfi di Gela e di Noto. L’VIII Armata inglese di Montgomery nel tratto di costa compreso tra Porto Palo e Siracusa per occupare la parte orientale; la VII Armata americana di Patton tra Licata e Scoglitti per occupare la parte occidentale. 600 carri armati per un totale di l60.000 uomini. La data e i luoghi colgono di sorpresa i 230.000 italiani della VI Armata e i 90.000 tedeschi che presidiano l’isola. La Divisione tedesca Herman Goring e quella italiana Livorno accorrono verso Gela, il Gruppo Schmalz e la Divisione italiana Napoli verso Priolo. Tentano di arrestare gli alleati. E' battaglia sanguinosa!

11 Luglio ‘43 

I presidi italiani di Augusta e Priolo, che sono i punti chiave dell’intera isola, improvvisamente abbandonano le postazioni. I soldati buttano le divise, si vestono da contadini e scappano verso Catania; oppure si lasciano catturare e mandare nei campi alleati per prigionieri. Gli Alleati trovano il campo sgombro! C’é già un nascosto proposito dell’Italia di tradire Hitler e di passare dalla parte degli invasori, solo che l’ordine di sgombero non é partito da Mussolini! Anzi, per depistare il Duce i generali italiani inviano delle relazioni fasulle in cui dichiarano di stare difendendo ottimamente l’isola. I nazi-fascisti al contrario combattono strenuamente, sicché in molte località siciliane l’esito degli scontri rimane incerto per diversi giorni. Alla fine però sono costretti a retrocedere e gli Alleati avanzano sempre più nell’entroterra coi loro carri armati, ciascuna divisione nel proprio settore. Ogni paese conquistato finisce sotto la giurisdizione dell’AMGOT (Allied Military Govemement of Occupied Territory). Soltanto il grande sbarramento tedesco posto alla foce del Simeto ferma l’avanzata degli inglesi di Montgomery e gli tiene testa, difeso dal Gruppo Shmalz e dalla Divisione Goring insieme.

Notte tra il 13 e il 14 Luglio ‘43.

Truppe inglesi aviotrasportate si lanciano nei pressi del Ponte Primosole, sul fiume Simeto, per tentare di crearsi un accesso alla Piana. I tedeschi allora li bersagliano con la contraerea e i piloti alleati sono costretti a lanciarsi un po’ dove capita. Su 1.900 paracadutisti solo 200 riescono a raggiungere il Ponte e ad impadronirsene. Tutti gli altri finiscono dispersi per le campagne.

Due di questi, inglesi, vengono a chiedere asilo proprio alla porta di Biagio e Santa. Uno dei due è infatti ferito. Essi li accolgono e li curano, con grande pericolo di essere scoperti dai tedeschi accampati nella vicina fattoria di Mario e Sarina! I due paracadutisti si rifocillano, lasciano a Biagio una dichiarazione scritta in cui affermano di aver ricevuto cure e ospitalità da lui, a rischio della sua stessa vita, quindi la notte seguente fuggono lungo il fiume Gornalunga in direzione del mare, dove sperano di riunirsi ai compagni.

Biagio e Santa restano a guardarli scomparire nella notte, chiedendosi se mai riusciranno a cavarsela. In segno di riconoscenza i due hanno lasciato scatolette di carne e vario cibo, nonché i loro paracaduti, con i quali Santa e Sarina confezioneranno grandi lenzuola di pura seta.

 

 
 

testi e foto di Daniela Pandolfo;

grafica di Lucia M.Izzo e Teresa Ducci