home

eli

index

Missione in Turchia (1965) - di Giacomo Ferrera

 

 

 

 

 

 

 

 

 

  

 

 

 

 

 

 

index

 

Capitolo IV - Kemal Ataturk

La Turchia, al termine del primo conflitto mondiale, era fra le potenze sconfitte: aveva perso la guerra, ma stava per acquistare l'indipendenza scrollandosi di dosso i rottami del vecchio impero ottomano. Mustafà Kemal, diventato Kemal Ataturk detto Ghazi (= il vincitore), l'eroe di Gallipoli, ebbe dalla sua parte i giovani, gli intellettuali non che le popolazioni dell'Anatolia; quindi, irradiò il suo potere “manu militari” a oriente e a occidente. Le forze occupanti, Greci e Armeni, dovettero lasciare il suolo turco sonoramente sconfitte in battaglia; il sultano se ne dovette andare assieme a una mezza dozzina di “carampane” facenti funzione di mogli (chissà com'erano organizzati i turni di servizio…)

Con la proclamazione della repubblica, la Turchia cominciò a far parte dell'Occidente europeo le trasformazioni in campo sociale, politico e religioso furono radicali e imponenti:

·   capitale ad Ankara, ai piedi dell'antica Angora, al centro della nazione, lontana da Costantinopoli, città cosmopolita, caotica e pasticciona, come Roma oggi;

·   aboliti i califfati: i califfi vadano a fare un altro mestiere;

·   libere elezioni per la nomina di un governo parlamentare e concessione del diritto di voto alle donne (1)

·   uomini maschili: via la sottana e indossare i pantaloni;

·  i parroci e i cappellani di Allah e di Maometto cambino subito copricapo, altrimenti tutti quei turbanti rotolano per terra con dentro le teste checché ne dica il Corano, chi si occupa di religione non faccio politica;

·  ogni cittadino assuma cognome e nome e smettiamola di indicare solo nome e paternità, perché in anagrafe non si capisce più niente;

·   abolizione della scrittura araba e adozione dell'alfabeto latino, cominciando subito dai quotidiani, anche se all'inizio nessuno riuscì a leggerli

Insomma, un terremoto di innovazioni attuate e accolte da un popolo che aveva una gran voglia di cambiare.

Kemal Ataturk nacque in tempo per portare la Turchia all'indipendenza come Stato moderno, e morì in tempo (1938) per non entrare nel secondo conflitto mondiale e perdere la guerra a fianco della Germania, visto che pendeva da quella parte. Lasciò uno stato organizzato con criteri moderni, proteso verso l'Occidente europeo, con una popolazione vaccinata contro il bolscevismo e contro la Jiad, la guerra santa degli estremisti islamici, proprio là, a contatto con fanatici persiani e arabi. Quella fu la Turchia che trovai al mio arrivo da quelle parti.

(1)    Nelle parate militari, posto d'onore alle donne che hanno servito la patria in guerra: sono le porta munizioni. In braccio, posto del bambino, un cartoccio-granata. Sfilano fiere e applauditissime. Altro che velo sulla faccia!

Giacomo Ferrera