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Castel del Monte

fotografie di Paola Lerza, testo a cura di Marilena Sollazzo

 

 

 

Il Comitato del Patrimonio Mondiale UNESCO nella 20°sessione tenutasi a Merida (Messico) nel 1996 ha inserito “Castel del Monte” (Bari) nella World Heritage List per le sue caratteristiche di unicità e perfezione delle sue forme.  Questo monumento ha un valore universale perché pur essendo un capolavoro dell’architettura medievale in esso si fondono in armonia elementi culturali venuti dal Nord Europa, dal Mondo Mussulmano e dall’Antichità Classica. In esso si ammirano reminiscenze classiche, anticipazioni rinascimentali, motivi gotici, romanici, arabi. Nel 1876 il castello è stato acquistato per lire 25.000 dallo Stato Italiano dai Carafa, duchi di Andria e Ruvo e dichiarato monumento nazionale. Il castello in seguito è stato oggetto di continui restauri durati circa un secolo, perché devastato, spogliato dei marmi e degli arredi nel corso degli anni.

Questo maniero medievale costruito direttamente su un banco roccioso, sorge su un colle della Murgia Pugliese a 540m sul mare e a 18km dalla città di Andria, situato presso l’Abbazia Benedettina (oggi scomparsa) di Sancta Maria de Monte. Il castello fu fatto realizzare interamente da Federico II di Svevia tra il 1229 e il 1249 per farne un poggio di riposo e di caccia, in seguito divenne proprietà degli Angioini (1266-1443) che lo trasformarono in prigione per i discendenti di Federico II e in seguito degli Aragonesi (1443-1503) che si succedettero sul trono di Napoli. Castel del Monte è il gioiello più splendido tra i castelli federiciani tanto che lo stesso Federico II lo battezzò “Diadema Apuliae”, infatti fa pensare ad una corona turrita. Incerta è l’attribuzione di quest’opera a un preciso architetto, alcuni storici riconducono l’opera a Riccardo da Lentini, altri sostengono che fu lo stesso Federico II a ideare la costruzione. Pare, anche, che il castello fu costruito sulle rovine di una fortezza prima longobarda e poi normanna.

Federico II nacque il 26 dicembre 1194 a Jesi, figlio di Enrico Hohenstaufen e di Costanza d’Altavilla ultima discendente della dinastia normanna. A quattro anni rimase orfano di entrambi i genitori ed ereditò sia l’impero sia il regno di Sicilia. La personalità di Federico fu fortemente condizionata nell’infanzia e nell’adolescenza dall’educazione ricevuta a Palermo, capitale del regno normanno, dove razze, religioni e culture diverse si erano intrecciate e avevano convissuto. Federico fu uomo di pace, di vasta cultura e intelligenza, amante della giustizia e della tolleranza tra i popoli. Molti studiosi hanno fantasticato sulla destinazione d’uso di questo castello pensando che fosse una struttura esoterica o astrologica, ma la presenza di bagni, di camini, il lusso delle rifiniture, la raffinatezza delle sculture, fa pensare a un uso residenziale del maniero, con funzioni polivalenti che servì, per la particolare ubicazione, da nodo fondamentale di comunicazione nella rete castellare federiciana. Per molti critici questo castello non ebbe funzione militare perché privo degli elementi tipici dell’architettura militare (fossato, caditoie e ponte levatoio).

 

La pianta del castello è ottagonale, ai suoi otto spigoli si innestano torri della stessa forma.
Ogni lato esterno del castello misura 10,30 m (intervallo tra due torri) mentre quello delle torri misura 2,70 m. Il diametro di ogni torre è di 7,90 m. Il portale d’ingresso principale si apre sulla parete della struttura ottagonale orientata verso est, di fronte al punto in cui sorge il sole negli equinozi di primavera. L’ottagono che corrisponde al cortile interno ha lati che misurano tra 6,89-7,83 m. Il diametro del cortile interno è di 17,85 m. Il diametro dell’intero castello è di 56 m. Le torri sono alte 24 m e superano di poco l’altezza delle pareti del cortile interno di 20,50 m.

 

Ogni parete del castello compresa tra due torri presenta 2 finestre non sempre in asse tra loro: una Monofora a tutto sesto in corrispondenza del piano inferiore (tranne che nei 2 lati opposti est ed ovest occupati dal portale principale e dall’ingresso di servizio) ed una Bifora al piano superiore (tranne nel lato nord dove c’è una Trifora) goticheggianti.


Le torri del castello presentano numerose feritoie che danno luce alle scale a chiocciola interne ed ai sui vani. Alcune torri, inoltre, presentano cisterne per la raccolta di acque piovane in parte convogliate verso la cisterna al di sotto del cortile centrale, altre torri presentano bagni con spogliatoi. Sul lato ovest opposto all’ingresso principale si apre l’ingresso secondario del castello. Sul fronte principale del castello due rampe di scale salgono verso il portale principale nel quale esili pilastri con capitelli corinzi sorreggono un finto architrave. Un’intercapedine tra la parte esterna e interna del portale permetteva lo scorrimento di una saracinesca manovrata dalla soprastante “Sala del Trono”

 

 

 

Lo spazio interno del castello è distribuito su due piani rialzati rispetto al piazzale antistante rispettivamente di 3 e 9,5 m. Ogni piano presenta otto stanze di forma trapezoidale ottenute congiungendo gli spigoli dell’ottagono interno con gli spigoli di quello esterno, dove si impostano le omologhe torri. Le stanze sono tutte di dimensioni simili, ma dotate alcune di accessori come camini, servizi igienici (collocati nelle torri) e altre che servivano da passaggio.

Il problema della copertura delle stanze è risolto, genialmente, scomponendo il trapezio in un quadrato centrale e due triangoli laterali. Il quadrato centrale è voltato a crociera costolonata, il cui lato corrisponde alla parete della sala verso il cortile e i due triangoli laterali sono voltati da semibotti ad ogiva. Le chiavi di volta delle crociere sono diverse tra loro e sono decorate da elementi antropomorfi, fitomorfi e zoomorfi. I costoloni non hanno una funzione di portanza statica, ma hanno funzione decorativa. Il piano di imposta della volta è sottolineato da una cornice, ripresa nel capitello sopra le colonne portanti.

Al piano superiore c’è anche la sala del trono.

Della pavimentazione originaria delle sale a tarsie geometriche in marmo bianco e ardesia, restano frammenti nell’ottava sala del piano terra. Al piano terra solo tre sale comunicano direttamente con il cortile interno. Tre portali permettono di comunicare con le sale del piano terra e tre porte finestre si aprono nelle sale del piano superiore sotto cui sono presenti alcuni fori destinati forse a reggere un ballatoio ligneo per rendere indipendenti l’una dall’altra le sale tutte comunicanti tra loro. Il collegamento fra i due piani avviene tramite tre scale a chiocciola inserite non in tutte le torri. Le scale si sviluppano secondo un senso antiorario e constano di 44 gradini trapezoidali, che si dipartono, ognuno in un unico masso lapideo, da una colonna centrale del diametro di 22cm . I materiali da costruzione utilizzati nel castello sono di tre tipi e la loro distribuzione non è casuale, ma in funzione di una percezione cromatica, elegante, equilibrata e gradevole da parte dello spettatore

L’insieme delle strutture architettoniche (paramenti murari) sono realizzate con pietra calcarea locale che cambia di colore, dal bianco al rosato, a seconda delle situazioni meteorologiche. Le finestre del piano superiore, le decorazioni delle sale ed alcuni arredi del castello sono realizzate in marmo bianco o leggermente venato. Le decorazioni delle sale al piano terra, le rifiniture di finestre e porte, il portale principale sono realizzati in Breccia Corallina (estratta dalle cave del Gargano) un conglomerato di calcare, terra rossa e argilla che aveva un effetto cromatico notevole. Tessere musive, piastrelle maiolicate, paste vitree decoravano le stanze e forse alcuni dipinti impreziosivano le pareti delle stanze al primo piano.

Si suppone che al centro del cortile ci fosse una vasca ottagonale.
In sintesi il castello mostra un’armonica integrazione di elementi culturali diversi: troviamo arte romanica nei leoni agettanti del prospetto, arte gotica nelle ogive di portali, volte, capitelli ecc, arte classica nei fregi delle porte finestre del cortile, del portale monumentale e del frammento musivo a tessere geometriche nell’ottava sala a piano terra, arte araba nei bagni e cisterne per la raccolta di acqua piovana.

pagina a cura di Lucia Bartoli