Storia e costume

IL CARNEVALE IN ITALIA

Icona iDevice Premessa
Il Carnevale ha radici antiche e trae alimento da tradizioni e culture popolari. Il costume di mascherarsi risale addirittura al Paleolitico superiore, quando l'uomo tentava, proprio attraverso il travestimento e durante la celebrazione di riti tribali, di contrastare gli spiriti maligni. Fu, però, nel corso del Medioevo, in una società rigidamente strutturata in classi sociali, che l'uso di mascherarsi dilagò tra la gente comune, permettendo a chiunque, per qualche giorno, di ribaltare i ruoli sociali: il povero poteva travestirsi da ricco, la donna da uomo, il servo da padrone.... Insomma, chiunque poteva ambire a diventare ciò che più preferiva, dando sfogo a tutti i desideri repressi e ai sogni mai realizzati e quella di mascherarsi divenne una prassi diffusa, in grado di portare un po' d'allegria nella vita delle persone.
Nelle varie zone d'Italia il Carnevale assume connotazioni tipiche della cultura locale
, rappresentando la vita della gente semplice e facendole vestire i panni dei ricchi, dando "sfogo" a paure e superstizioni. E' giunto così fino ai giorni nostri, ma degli antichi bagordi carnascialeschi rimane solo il ricordo. Nella moderna società dei consumi l’unico aspetto delle celebrazioni, che ha resistito al tempo, è la voglia di poter abbandonare per un momento il proprio ruolo sociale e indossare i panni di chi è lontano anche anni luce dalla nostra esistenza.

Icona iDevice Origini

"Semel in anno licet insanire": "Una volta all'anno è lecito impazzire". E' un antico detto che rappresenta lo spirito del Carnevale, il rovesciamento dell'ordine per un breve periodo; risale alle tradizioni dei Saturnalia latini e dei culti dionisiaci con cui si salutava il passaggio dall'inverno alla primavera. Da un punto di vista etimologico la parola "Carnevale" viene fatta risalire all’espressione latina "carrum novalis", una sorta di carro allegorico a forma di barca con cui i Romani inauguravano i festeggiamenti, ma anche al latino carnis laxatio, evolutosi nell'italiano antico "Carnasciale", con il significato di "abbandono della carne". In età romana l'uso delle maschere era legato ai Baccanali, le feste in onore di Bacco, che animavano le strade, tra fiumi di vino e danze, mentre il passaggio dall'inverno alla primavera veniva celebrato di notte con i festeggiamenti di Cerere e Proserpina, che univano giovani e vecchi, nobili e plebei, festanti per le vie, alla luce di fiaccole e torce. Già presso gli antichi Egizi era in uso festeggiare il Carnevale con una sfilata in maschera, con la quale il popolo accompagnava, cantando, i buoi - cherubs - per le vie di Menfi. Festa del popolo e per il popolo, dunque, il Carnevale rappresentava un momento di follia licenziosa in cui tutto era permesso. I ruoli sociali si ribaltavano, gli ostacoli legati al sesso, al ceto e all’età venivano letteralmente annullati, mentre uomini e donne, perdevano la propria individualità nel rito comune del divertimento senza più vincoli, leggi o pudicizie.
Nel Medioevo le cose cambiarono: il Carnevale perse ogni dimensione magica e sregolata; si trasformò, per intervento della Chiesa, in una festa più morigerata, scandita da un calendario preciso delle manifestazioni, stabilito nel 1466 da Papa Paolo II.


Icona iDevice Allegato

Nell'allegato si possono acquisire informazioni sul "Carnevale di una volta" e su come veniva vissuto dai nostri nonni.


Figghiu meu cannaluvari

la sosizza ti fici mali

ta manciasti a caddozza a caddozza

t'appuntau 'nte cannarozza

FIIIIIIIIIIIIIIIIGGHIUUUUUUUUU­UUUUUUU


Figlio mio Carnevale

la salsiccia ti ha fatto male

l'hai mangiata a nodo a nodo

e ti si è fermata in gola

Fiiiiiiiiiiiiiiiiiiiigglioooooooooooooooo

Icona iDevice Il Carnevale oggi

In Italia il Carnevale comincia la domenica precedente il mercoledì delle Ceneri, inizio della Quaresima, e finisce il martedì successivo, detto martedì grasso (dall'uso di consumare un pasto a base di carne e grassi prima della dieta di magro della Quaresima). A Carnevale tutto è permesso: si canta, si balla, ci si diverte, si mangia e si sta allegri. In tutte le regioni d'Italia viene festeggiato con sfilate e balli in piazza, maschere tradizionali e vere opere d'arte e di fantasia, lanci di coriandoli e stelle filanti. In alcune città la manifestazione assume connotazioni talmente particolari da richiamare turisti e visitatori da ogni dove.
In Italia la tradizione del Carnevale ha un primato indiscutibile, tra le manifestazioni più famose vi è il Carnevale di Venezia.
Le sue origini risalgono al  X° secolo. Le cronache storiche riferiscono che nel giorno di Giovedì Grasso si celebrasse la vittoria del 1162 riportata dal Doge Vitale Michiel su Ulrico, patriarca di Aquileia. Ogni anno, per ricordare la sconfitta subita, i successori del Patriarca dovevano inviare al Doge un certo numero di animali la cui carne veniva distribuita tra i nobili, il clero e il popolo. La festa proseguiva con spettacoli animati da giocolieri e saltimbanchi, fuochi d'artificio e il Volo dell'Angelo, detto anche della Colombina, in cui un acrobata saliva lungo una fune fino alla loggia del campanile di S.Marco, per poi tornare a terra con un mazzo di fiori da offrire al Doge. Il Senato della Serenissima ufficializzò l'esistenza del Carnevale nel 1296, con un editto che dichiarava giornata festiva il Martedì grasso, il giorno precedente la Quaresima. Il travestimento veneziano per eccellenza è la bauta, indossata da uomini e donne: una mantellina nera detta tabarro, abbinata ad un cappello a tricorno nero e a una larva, maschera bianca che cela il viso. La bauta è la "maschera che ogni disuguaglianza agguaglia" e, garantendo il totale anonimato, veniva usata da uomini e da donne, non solo durante il Carnevale, ma nelle feste, nei teatri, negli incontri amorosi, ogni volta che l'incognito facilitava le avventure. Con il tempo, la dimensione spettacolare e di divertimento collettivo del Carnevale prese il sopravvento sul valore simbolico della festa. Nello scenario suggestivo del Canal Grande, popolo e aristocratici familiarizzavano e passavano la notte cantando e bevendo allegramente. Centinaia di gondole illuminate scivolavano sulle acque della laguna creando uno spettacolo fantastico. Con lo scorrere degli anni il Carnevale di Venezia ha assunto una veste tutta sua, originale e raffinata, di grande suggestività e fascino. Il merito va alle maschere, fantasmi d'oro e di seta che si aggirano per calli e campielli, dando vita ad una vera e propria arte del travestimento carnascialesco in cui si fondono Medioevo, Rinascimento e Settecento veneziano.

"Quant'è bella giovinezza,
che si fugge tuttavia!
Chi vuol essere lieto sia,
di doman non c'è certezza"
(Lorenzo de' Medici)


Icona iDevice Il Carnevale di Venezia
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Maschera veneziana 1
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Carnival
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Venezia_ Carnevale 2010_1
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Maschere su scorcio di Venezia
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Venezia 2010_ posa su scorcio
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Venezia_ Carnevale 2010_2
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Venezia_Carnevale 2006
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Venezia_ Carnevale
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Venezia_ Carnevale 2010_3
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Carnevale di Venezia
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Venezia_ Carnevale 2010_ 4
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Maschera veneziana 2

Osserviamo i particolari
Usando la lente d'ingrandimento si possono osservare i particolari delle immagini, l'accurata fattura dei costumi e la preziosità degli ornamenti.

Nel caso specifico, le maschere sono fisse, bianche, con labbra pitturate di nero e nero è anche il contorno occhi. Il copricapo bordeaux arricchito di grandi fiori colorati. Ampi, fastosi, eleganti, intessuti di fili d'oro gli abiti. Particolari sono i volants delle maniche e le "gorgieres" larghe, colorate, in più strati, di organza e bordate in oro, che fanno pensare a vecchie maschere di pierrot e clown.

Icona iDevice La cartapesta
L'origine della cartapesta viene attribuita ai Cinesi che intorno all'anno zero trovarono il modo di utilizzarla negli elmi e nelle armature dei guerrieri. Dalla Cina, passando per il mondo arabo, la carta arrivò in Europa nel X sec. d.C. Durante la seconda metà del 700 si cominciano a trovare oggetti di arredamento in carta pressata, mentre dall'Oriente arrivarono paraventi, paralumi, ombrelli, tavolini e vasellame vario. Nell'800 mobili in cartapesta si possono trovare sia in Europa che negli Stati Uniti ed in Russia. Al giorno d'oggi la tecnica della cartapesta viene usata in Messico, India, Pakistan, Kashmir, Filippine, Giappone, per la fabbricazione di scatole, vassoi, cofanetti, maschere e sculture di vario tipo. L'Italia è famosa nel mondo per le maschere veneziane ed i Carri di Carnevale. La cartapesta è un materiale costituito essenzialmente da un preparato di acqua, colla, gesso e carta. Le colle solitamente usate possono essere la colla vinilica, la colla di pesce o la colla di farina. Questo procedimento prevede varie fasi: la prima è rappresentata dalla creazione del modello in argilla con una colata di gesso, su questo modello si ottiene il calco, all'interno del quale vengono poi applicate le strisce di carta imbevute di acqua e colla. Dopo molte ore necessarie alla asciugatura si stacca il lavoro di cartapesta e si dipinge con colori acrilici o a tempera. La lavorazione si conclude con uno strato di vernice lucida. I primi carri di cartapesta furono costruiti a Viareggio nel 1773 e ad Acireale nel 1880. Oltre Viareggio, anche Acireale ha mantenuto questa tradizione servendosi di numerosi cantieri curati da volenterosi e abili artigiani.
Negli anni '50 - '60 ai carri allegorici ed alle macchine infiorate, ad Acireale sono stati affiancati dei mini-carri, detti "Lilliput".

Icona iDevice Acireale - Il più bel Carnevale di Sicilia
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Acireale - città barocca
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Satira politica - cartapesta
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Il divertimento - cartapesta
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Ancora di scena la politica - cartapesta
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Re Carnevale - cartapesta
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Il grottesco - cartapesta
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Sua maestà Carnevale - catapesta
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Carnevale: carro infiorato
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Il casinò: carro infiorato
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I cartoni -carro infiorato
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La nostra società - cartapesta
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Re leone - cartapesta
Icona iDevice Crediti
A cura di Sebastiana Schillaci - febbraio/marzo 2011

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Percorso interdisciplinare tra arte, storia, letteratura