Cronologia e architettura

LA CIVILTA' NURAGICA

 

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La civiltà nuragica comincia nel 1800 a.C. e termina nel 238 a.C, data della conquista romana della Sardegna. Si tratta di un arco di tempo di circa millecinquecento anni che viene suddiviso in cinque fasi di circa tre secoli ciascuna, contraddistinte dalle forme differenti in cui sono costruiti i nuraghi.
  • Nella prima fase (Nuragico arcaico o Protonuragico 1800-1600 a.C.) vennero realizzati gli "pseudonuraghi" o nuraghi a corridoio;
  • Nella seconda fase (Medio nuragico 1600-1300 a.C.) vennero eretti i nuraghi monotorri;
  • Nella terza fase (Medio nuragico 1300-900 a.C.) troviamo i nuraghe-castello dall'architettura più complessa, corredata di costruzioni complementari con funzioni di rafforzamento e di difesa, che rimane costante anche nelle fasi successive;
  • La quarta fase (Tardo-nuragico 900-500 a.C.);
  • La quinta fase (Nuragico di sopravvivenza 500-238 a.C.). La data del 238 a.C. però, è una data convenzionale, che non segna la definitiva conclusione della civiltà nuragica.

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La nuragica comincia nel a.C. e nel 238 a.C, data della romana della Sardegna. Si tratta di un di tempo di circa millecinquecento anni che viene in cinque fasi di circa tre ciascuna, contraddistinte dalle differenti in cui sono costruiti i .
  

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La struttura prevalente è quella della torre semplice, isolata nel paesaggio, dal caratteristico profilo a scarpa col cono tagliato in alto, orizzontalmente, per far luogo alla terrazza. I giri di pietra sono sovrapposti senza cemento e si restringono via via dal basso verso la sommità, mentre diminuiscono parallelamente anche le proporzioni dei blocchi di pietra, poligonali o subquadrati. La porta d'ingresso è rivolta quasi sempre tra est e ovest per ricevere luce e sole e stare al riparo dal maestrale, il forte vento freddo tanto frequente nell'Isola. Dalla porta attraverso un andito allargato in basso e crescente nel soffitto si accede nella camera rotonda: si tratta di un vano costruito ad anelli di pietre sovrapposte che diminuiscono di diametro verso l'alto. E' questo il sistema detto a "tholos". Una scala in muratura gira all'interno della struttura muraria e conduce alle camere sovrapposte (nel nuraghe a due piani), oppure alla parte terminale esterna.
Col passare del tempo e l'aumento dei pericoli interni ed esterni, alle torri isolate si aggiunsero nuovi corpi a torri minori e cinte sia nella parte frontale o laterale, sia in linea concentrica, collegate l'una all'altra da grosse murature di rifascio sovrastate da camminamenti e nelle quali erano talvolta praticati corridoi. La torre centrale e i corpi aggiunti erano messi in comunicazione mediante cortili. Il numero delle torri e la disposizione dei cortili è molto varia e dipende in gran parte dal tipo di pietra impiegato e dalla natura e pendenza del terreno: per questi motivi ogni nuraghe è un monumento unico, che è tipologicamente simile ma mai identico ad un altro. Nei nuraghi a pianta complessa veniva poi aggiunta un'ulteriore cinta esterna di torri collegate l'una all'altra da mura, costituendo così quello che viene chiamato "antemurale". Con questi ampliamenti, il nuraghe assume sempre più l'aspetto di un vero e proprio castello-fortezza.
Non si sa esattamente come venisse eretto un nuraghe: di sicuro non si tratta di una muratura solo esterna riempita di terra ma di una massiccia struttura dove ogni pietra è ben legata ai lati e verso l'interno. E' certo che all'atto della collocazione i blocchi venivano adattati alle altre pietre già in opera eliminando qualche sporgenza che ne impediva l'aderenza; è comunque escluso l'impiego di malta o leganti di altro tipo, mentre venivano usate terra e piccole pietre come zeppe.
Con la tecnica costruttiva dei Nuraghi venivano costruiti anche i muretti a secco, che tutt'oggi rendono particolari le vaste campagne sarde, dove i campi e i pascoli sono delimitati non da recinzioni metalliche, ma da semplici muretti a secco, alcuni risalenti all'età nuragica, continuamente sottoposti a manutenzione dai pastori e dagli agricoltori, alcuni costruiti dagli stessi pastori, che proseguono la tradizione, con risultato fantastici: utilizzando null'altro che pietre, creano muretti lunghi anche parecchie decine di metri, straordinariamente stabili.

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