Tra storia e leggenda

LA CIVILTA' NURAGICA
Icona iDevice IL POPOLO SARDO
Secondo la tradizione storica della Grecia del periodo ellenico i popoli abitanti le coste africane e italiane erano caratterizzati dalla predisposizione per la costruzione di torri arroccate nelle alture ed erano chiamati tirreni proprio perché costruttori di torri. Nei racconti li descrivevano come valorosi guerrieri, perché erano abituati alle imprese rischiose ed erano esperti nella navigazione; fino a quando numerose migrazioni determinarono la dispersione della loro stirpe in più regioni.
Lo storico greco Dionigi di Alicarnasso disse che “questo popolo tirreno raggiunse una considerevole e rapida prosperità, progredendo per sviluppo demografico, ricchezza ed ogni altro successo. Di ciò tuttavia essi non usufruirono per lungo tempo; proprio quando pareva che avessero raggiunto la massima fioritura furono fatti segno di certe collere divine, altri furono distrutti da barbari confinanti. I più si dispersero in altre terre, pochi rimasero in Italia”.
Lo scrittore Pausania, che sostenne di aver visitato la Sardegna, ci tramanda una suggestiva leggenda: la leggenda di Dedalo, simbolo delle doti artistiche e geniali delle costruzioni greche, che insegnò ai Sardi a costruire i nuraghi. L'eroe mitico Dedalo, fuggito da Creta per sottrarsi all’ira di Minosse con la meravigliosa creazione delle ali sorvolava il mare, alla ricerca di un'isola di cui gli avevano parlato i marinai cretesi e, all'improvviso, la riconobbe. Era stanco e calò con le sue ali di cera, in mezzo ad una selva, dove pastori ospitali lo accolsero ed onorarono. Lì rimase fino a che il vento freddo dell'autunno spogliò le querce degli alti pascoli e la sua pena per la recente perdita del figlio si affievolì. Anche i pastori, suoi amici, emigravano verso le terre più miti del sud ed allora, Dedalo, prima di lasciarli, volle far loro un dono. In una radura segreta, sovrapponendo pietra su pietra con una inclinazione e con un ritmo inconsueti, cominciò a legare saldamente, ma senza far uso di alcuna calce,quei conci di sasso, bilanciandoli con la sua arte e distribuendoli con la sua fantasia, in un edificio mai visto sino a quel giorno. Così inventò il nuraghe e lo donò ai sardi per la loro calorosa ospitalità, perché essi potessero avere una casa ed anche una fortezza.”
I nuragici attribuivano alle acque sorgive poteri miracolosi, utili per guarire malattie a carico dell'apparato osseo e degli occhi. Ma veniva principalmente utilizzata per le ordalie, cioè per il giudizio di Dio, essi cioè si servivano dell'acqua sorgiva per giudicare l'innocenza o la colpevolezza di alcuni reati. Racconta Solino, scrittore romano del III sec. d.C. che i riti avvenivano per immersione. La persona che doveva essere giudicata veniva immersa a testa in giù dentro l'acqua. Se questo era colpevole la divinità presente nell'acqua lo accecava, in caso di innocenza invece la sua vista veniva rafforzata.
Direttamente collegati al mondo nuragico, secondo Gianluca Medas, autore di una ricerca sui “Mostri sardi”, sono i Gentiles, cioè i più antichi abitatori dell'isola, di statura gigantesca e forza sovraumana, hanno in genere un bell'aspetto e in alcune leggende si dice che avessero un occhio solo. Alcune grotte dell'interno, secondo qualche pastore, conservano i segni del loro passaggio. A loro si deve la costruzione dei monumenti funerari megalitici. Si racconta che ricevettero da un non ben identificabile Eusuprimusonnendi l'incarico di pastori della terra, per prepararla alla presenza dell'uomo. Uomo che in antichità ha avuto rapporti con queste figure leggendarie, e che da loro ha imparato a costruire le case di pietra, i Nuraghes. I Gentiles si muovevano cavalcando fascine di legna. Oggi il loro compito di pascolare la terra non è venuto meno, ma non si fanno più vedere dall'uomo con il quale non hanno più alcun rapporto. I numerosi incendi, la siccità, sono i segni del loro costante allontanamento. Si nascondono, secondo un pastore di Nuraxi Nieddu, tra i pochi alberi fitti rimasti in Barbagia.

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1. Come erano chiamati gli abitanti delle coste africane e italiane nel periodo ellenico?
  
mediterranei
tirreni
ionici

2. Che cosa significa il termine "tirreni"?
  
abitanti della terra
pescatori
costruttori di torri

3. Quale scrittore racconta che fu Dedalo ad insegnare ai Sardi a costruire i nuraghi?
  
Dionigi di Alicarnasso
Pausania
Solino

4. Chi erano i "Gentiles"?
  
i più antichi abitanti della Sardegna
i Sardi più educati
i Sardi guerrieri

Icona iDevice IL MISTERO DEI NURAGHI
C'è un grande mistero legato all'esitenza dei nuraghi, che nessuno è ancora riuscito a risolvere. Svariate sono le interpretazioni che cercano di dare risposte ai tanti perchè che suscitano queste imponenti costruzioni megalitiche: sulla loro costruzione, la loro diffusione, la loro destinazione con una utilizzazione generica o una funzione più specifica. Secondo il prof. Giovanni Lillìu (autorità indiscussa in materia), queste torri troncoconiche costruite con pietre lavorate ma non squadrate e non legate da malta, dimostrano innanzitutto la straordinaria abilità dei Sardi quali costruttori, ma anche il segno della comparsa di uno spirito nazionale dei sardi. Anche l'origine del loro nome è misterioso: deriverebbe da nur che per i linguisti è parola della lingua nuragica che vuol dire "cavità tra le pietre": sarebbe una delle poche parole della lingua preistorica dei sardi sopravvissute alla romanizzazione.
E' un mistero anche la loro destinazione: gli studiosi infatti sono di parere discorde; per alcuni sono le abitazioni di capi tribù guerriere o di potenti latifondisti, padroni del territorio; per altri sono luoghi di riunioni degli anziani capi delle comunità; altri li considerano rifugi fortificati in caso di incursioni o razzie da parte delle tribù vicine più forti; ma ancora c'è chi li ritiene dei veri e propri santuari dedicati agli eroi del popolo, oppure sepolture-mausoleo erette in onore di personaggi esemplari; ed infine qualcuno li considera luoghi di studi astronomici. Potrebbero essere anche tutte queste cose insieme ma una cosa è certa: svelare questo mistero vorrebbe dire conoscere più da vicino il carattere di una società e di un popolo. (libera riduzione dalla Guida insolita di Franco Fresi, ed. Della Torre, 1999)

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  • I nuraghi sono torri di forma piramidale

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  • I nuraghi sono costruiti con pietre e malta

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  • Le pietre usate erano lavorate ma non squadrate

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  • Il nome "nuraghe" deriva dal termine "nur" che vuol dire "cavità tra le pietre".

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  • Tutti gli studiosi sono d'accordo sulla funzione dei nuraghi.

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Icona iDevice LA SOCIETA' NURAGICA

Riproduzioni in ceramica di Ignazia Trudu 

Era una società di pastori-contadini, composta di piccole comunità legate fra loro da rapporti di natura comprensoriale, con una netta distinzione gerarchica all'interno: nella fascia più alta stavano il capo, i sacerdoti e i guerrieri; nella fascia più bassa c'erano i lavoratori, gli artigiani, i servi e le donne. Queste figure sono quelle rappresentate dalle statuine dette "bronzetti nuragici", che rivelano un livello molto elevato di creatività a testimonianza di un'organizzazione politica incentrata sul parlamento del villaggio: un'assemblea composta da una trentina di notabili, presieduta da un capo, che discutevano sulle principali questioni riguardanti la tribù e che, all'occorrenza amministravano anche la giustizia.

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gerarchica; artigiani; natura; guerrieri; negozianti; bambini; comunità; rapporti;  alta;  bassa; pastori-contadini;
Era una società di , composta di piccole legate fra loro da di natura comprensoriale, con una netta distinzione all'interno: nella fascia più stavano il capo, i sacerdoti e i ; nella fascia più c'erano i lavoratori, gli , i servi e le donne.
  

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