Introduzione
L’Osservatorio Vesuviano
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L’Osservatorio Vesuviano è un luogo ricco di fascino e mistero, posto in un sito di grande bellezza panoramica e pieno di reperti e di segni delle diverse ricerche proposte dai vari studiosi che l’hanno frequentato. Dopo l’Unità d’Italia esso appare come l’emblema della storia della scienza e della ricerca nel Mezzogiorno. Studi approfonditi sul territorio erano stati proposti nel Settecento da Genovesi e Galiani, che erano due illuministi napoletani.

Nel 1823 Covelli e Monticelli, intuendo l’importanza industriale per le attività minerarie, proposero la realizzazione di un osservatorio vulcanologico alle falde del Vesuvio. Nicola Santangelo nel 1841, ministro degli interni di re Ferdinando II di Borbone, accettò la proposta dello scienziato Melloni di creare un "Osservatorio Meteorologico Vesuviano" che sarebbe diventato un ricovero per gli strumenti.

La sede originaria è un elegante edificio di stile dorico circondato da vaste terrazze che si affacciano sul golfo, progettato dall’architetto Fazzini, ubicato sul Colle del Salvatore, tra Ercolano e Torre del Greco a 608 metri di quota.

Il luogo è particolarmente adatto, in quanto così distante dal cratere da non essere raggiunto dai lapilli, ed abbastanza alto da non essere interessato dalle colate di lava. La sua inaugurazione avvenne nel 1845 in occasione del VII Congresso degli Scienziati Italiani.

"Signori, noi abbiamo rapito i fulmini al cielo;

ma quel che è e quel che segue a poco profondità

sotto questa terra che tutti calpestiamo

e dove tutti abbiamo vita e morte,

è ancora un gran mistero per noi.

Dio mi guardi di presumer tanto di me stesso,

ch’io ardisca promettermi di sollevare questo

grave velo,

dove mani sterminate più vigorose

sentirono pur troppo la loro impotenza"

Questo fu il discorso per l’inaugurazione pronunciato da Melloni, che per le sue simpatie liberali fu destituito e succeduto come direttore dell’Osservatorio da Luigi Palmieri.

Nel 1872 si verificò un evento drammatico: un gruppo di studenti, spinti dalla curiosità di osservare da vicino il fenomeno, perse la vita in seguito al gran flusso di lava, proprio quando Palmieri si trovava a Napoli per acquistare delle strumentazioni.

Da allora il direttore non si allontanò più dalla Osservatorio e, quando dopo alcuni giorni l’edificio fu circondato dalle lave rimase al suo posto ad osservare e registrare i fenomeni e per questo atto coraggioso fu nominato Senatore del Regno d’Italia. Il Governo decise di installare lì un telegrafo per facilitare le comunicazioni ed evitare l’isolamento.

Durante gli anni che vanno dal 1911al 1914 subentrò Giuseppe Mercalli, al quale si deve il merito creazione della scala delle intensità dei terremoti basata sugli effetti prodotti e della classificazione delle eruzioni vulcaniche. Giuseppe Imbò in seguito potenziò la struttura con nuove apparecchiature geofisiche, secondo il modello degli osservatori giapponesi e predisse l’ eruzione del Vesuvio del 1944.

Lo studio dei terremoti si avvale di appositi strumenti, i sismografi, in grado di registrare anche terremoti di debole intensità non percepiti dalle persone.

Un terremoto viene misurato secondo due sistemi: il primo valuta i danni provocati a case e persone; il secondo tiene conto della quantità di energia effettivamente sprigionata durante il terremoto. Per il primo sistema si usa la scala Mercalli, che classifica l’intensità di un terremoto in dodici gradi.

Per il secondo sistema si usa la scala Richter-Kanamo, che classifica la magnitudo in gradi. Lo zero della scala Richter corrisponde ad un terremoto con un’energia di 105 J; la massima magnitudo finora registrata è stata 8,6.

Grado

Tipo di scossa

Magnitudo Richter

Strumentale

1,5

Leggerissima

2,5

Leggera

3

Mediocre

3,5

Forte

4,5

Molto forte

5

Fortissima

5,5

Rovinosa

6

Disastrosa

7

10°

Molto disastrosa

7,5

11°

Catastrofica

8

12°

Distruttiva

8,6

 

Negli ultimi 10 anni l’Osservatorio Vesuviano ha visto un continuo allargamento dei suoi interessi scientifici, anche nel campo della sorveglianza dei terremoti e in altri settori come lo studio delle deformazioni del suolo, la determinazione del campo gravimetrico, etc. La sua attività spazia dalla Geofisica, alla Vulcanologia e alla Geochimica. La struttura dell’Osservatorio svolge la sorveglianza 24 ore su 24 del vulcano attivo della Campania e costituisce un riferimento ufficiale per le autorità della Protezione Civile per la pianificazione dell’emergenza connessa con fenomeni vulcanici.

Svolge, inoltre, un’ intensa attività educativa, attraverso molteplici iniziative, quali seminari, corsi di formazione per docenti e visite guidate. Nell’edificio borbonico si sta realizzando un museo degli strumenti scientifici e dei campioni di rocce e minerali, come testimonianza degli studi compiuti negli anni.

 

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