ex cathedra

Il coraggio in punta di piedi
(a ricordo di Daniela, Lella per noi)

 

Chi non l’ha conosciuta ha perso una grande lezione di coraggio e dignità.
Per tutti noi è stata e sarà sempre Lella, anche per distinguerla dall’omonima Daniela che un destino crudele ci ha strappato insieme a lei.
Abbiamo vissuto istante per istante, con angosciante impotenza, il decorso terribile della sua malattia: la sclerosi multipla.
Lella cadeva, ma sapeva rialzarsi, sempre. Non amava piangersi addosso, ed anche nei momenti più neri cercava di rassicurarci, promettendoci che ce l’avrebbe fatta, che si sarebbe risollevata.
Amava la vita, la lettura, gli animali, credeva nell’amicizia, sapeva sognare e incantarsi per un tramonto o per un immaginario viaggio in mare, insieme alle sue amiche. Era un timoniere perfetto.
Lo è stato fino alla fine. Mi ricordava la figura di un capitano coraggioso che rimane al suo posto fino all’ultimo, mentre il suo sogno, il suo viaggio, la sua nave stanno affondando. E fino all’ultimo Lella è rimasta con noi.
I suoi scritti, i messaggi, la sua stessa voce dalla tipica cadenza veneta, rivelavano un carattere forte e deciso che neppure la malattia era riuscita a piegare, se non nei momenti di debolezza estrema.
Aveva la capacità di rialzarsi in fretta, ad ogni caduta, e di guardare con ottimismo al futuro. Lella era anche molto generosa e partecipava con tutta se stessa al dolore altrui, dimenticando il proprio.
Nei suoi numerosi messaggi, che ho ricevuto e che ancora conservo, manifestava quasi un senso di colpa per essersi lasciata andare, a volte, a momenti di sconforto e, come una bambina, prometteva di non farlo più. E poi chiedeva di me, delle altre, si informava sulla salute, sullo stato d’animo.
Mi riesce tremendamente difficile rileggere alcuni suoi messaggi.
Se ne è andata all’improvviso, quasi in sordina, dopo essere rimasta a lungo su forumlive a leggere, ad osservarci.
Sapevo che il decorso della malattia era tutto in discesa e negli ultimi tempi mi riusciva difficile sentirla, nel timore di notizie allarmanti.  Dopo periodi di silenzio, però, Lella si riaffacciava e tutto faceva sperare che ci potesse essere una ripresa. Avevo la sensazione di essere come “sospesa” in un forum che galleggiava sull’incertezza, che non osava intervenire, che attendeva notizie.
Poi, di colpo, tagliente come una lama, la consapevolezza che non ce l’aveva fatta.
Se ne sono andate insieme una grande Insegnante ed una grande Donna.
Quando fu costretta, ormai troppo malata, ad un grande passo ci scrisse sul forum….
“... Sono nata insegnante, ho lavorato sempre come meglio potevo, ho sempre imparato modi nuovi, cose nuove, convinta che non si finisce mai di imparare. Ho imparato tanto anche dai miei cucciolotti, aquilotti, monelli, lazzaroncelli, insomma dai miei alunni nella difficile età della scuola media. Sempre più difficile più passano gli anni, vero? Colpa di chi, di che cosa? Quante discussioni per cercare di capirlo.
Sono sempre stata un'insegnante severa, e a volte leggevo nei temi la prof. si arrabbia, ma quando sei spaventato perchè grida di brutto all'improvviso un sorriso la illumina e ti accorgi che le è già passato tutto...
E poi dalle superiori arrivavano lettere: con lei l'italiano è facile alle superiori...
Ragazzi, non sto scrivendo queste parole per vantarmi o andare a parare chissà dove, chi di voi mi conosce bene lo sa.
Sto scrivendo queste parole perchè devo sfogare una tristezza infinita, e perchè possiate capire meglio il motivo della mia tristezza: dal 25 maggio non sono più in servizio. Caldamente consigliata dai medici, messa in allarme dalle ultime ricadute ecc. ecc., ho capito che dovevo farlo.
Sono in pensione.
Per invalidità.
La Commissione Medica, dopo aver esaminato tutti i certificati medici e la sottoscritta, ha dato il suo parere.
Sono inabile in modo permanente a svolgere qualsiasi tipo di attività lavorativa.
MA IO NON CI CREDO. 
Lella”

Se fosse ancora qui, le risponderei che neanch’io ci credo, che nessuno di noi ci crede, perché i suoi insegnamenti resteranno sempre vivi in chi l’ha conosciuta ed amata. Il suo coraggio, quel coraggio in punta di piedi, rimarrà dolce ricordo in tutti noi e di questo la ringrazio, la ringraziamo.

A Lella
Lasciati gli affanni
voli sull’acque infinite,
ti posi sulla sabbia dorata di un tempo,
ci chiami a raccolta,
timoniere del viaggio comune,
col dito indicando la meta
che appare lontana,
all’orizzonte,
e che brilla del calore
del sole e dell’amore.
Tu ci sarai sempre
e ovunque saprai guidare
i nostri passi incerti
come facevi allora,
con un sorriso
ed insieme un rimprovero,
dolce.

Gis

Gisella Malagodi con gli amici tutti del Forum