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Io non avevo mai sentito parlare di un genere chiamato global novel e voi? La novità consiste nella scrittura a più mani intorno ad un argomento comune. Gli autori sono quattordici famosi scrittori di tutto il mondo, tra cui Ammaniti, Skármeta, Faber, che si sono incontrati ad Atene, hanno sorteggiato chi doveva iniziare (Skármeta) e poi hanno continuato con due capitoli ciascuno.
La storia si svolge in un luogo imprecisato del Sudamerica e, a prima vista, parrebbe una comune e banale storia d'amore condita dai soliti dettagli e dalle solite difficoltà. Ma... i personaggi non sono persone che potresti incontrare nella vita di ogni giorno visto che Teresa, la bella protagonista, è figlia di un noto rivoluzionario che lei non ha mai incontrato e che il suo promesso, Juan, è figlio di un altro rivoluzionario arrivato al potere. L'ombra dell'amico e futuro consuocero grava sul presente politico dell’ex rivoluzionario. Teresa parte alla ricerca del padre senza sapere nulla di lui e, attraverso una lunga odissea per il mondo sostenuta da situazioni comiche e drammatiche, perverrà alla verità.
Ho letto il libro in un baleno: la tecnica di scrittura permette di vivere ogni capitolo, corrispondente ad uno scrittore diverso, con gusto e leggerezza. La figura di Teresa emerge prepotente da ogni pagina e rivela la voglia di fuggire da un destino creato da altri. Le notazioni politiche puntuali danno spessore e si accompagnano alle notevoli variazioni stilistiche e ad alcune pagine di alta letteratura.

(Alida Fonnesu)

 

Giulio Angioni è uno scrittore sardo apprezzato in Italia e in Europa e con questo libro ha vinto il premio G. Dessì, sezione narrativa.
Il libro racconta il dolore, lo sgomento, la solitudine e lo smarrimento di Alba, big sister di Carlo e Valentina. Tornata a casa e alla luce dopo aver lavorato per anni come ricercatrice notturna all'istituto di genetica Alba, sorri manna, si accorge che l’amatissimo fratello è diventato tossicodipendente e decide di portarlo fuori da quel mondo. Si rende, però, conto con orrore che la sua vita è rimasta staccata dalla realtà della crescita di Valentina e Carlo, i due gemelli che ha cresciuto come figli. Il ritorno alla casa dei genitori e alla luce (la morte di Carlo) avviene in silenzio, attraverso i ricordi, le bugie, gli inganni e la storia di famiglia, filtrata dagli occhi di Alba.
Ella vuole riscattare Carlo dal buio baratro in cui è sprofondato perchè gli vuole bene e perchè la sua famiglia e il sangue familiare non meritano un'onta simile. Salvare il fratello costituisce un modo per restituire dignità e storia ad entrambe. Ci riuscirà pagando un altissimo prezzo .
Angioni usa un linguaggio limpido e scevro di complicazioni linguistiche: dice le cose come sono e come si sente di dirle. Il lettore non può che essere affascinato dalla cornice essenziale che racchiude la storia dal sapore di noir.

(Alida Fonnesu)

Pa ha scritto all’inizio di questo libro: ”Tutti gli episodi di questa storia sono rigorosamente reali ma nessuna delle voci parlanti accetterebbe di riconoscervisi”. Ha fatto bene a precisare. Anch’io, come lui, preferisco la comunicazione telepatica a quella verbale, intendendo come telepatia qualunque comunicazione che prescinda dai sensi, non solo dalla parola. Appunto. Per farci conoscere, però, dovevo usare la parola. L’ho fatto, un po’ malvolentieri.
Io sono Micio Nero. E se avrete la pazienza di prendere in mano questo libro, conoscerete me, la cana Contessa (guai a chiamarla cagna, si rivolterebbe… leggete e saprete perché…), il mio Pa e la mia Mo, che per Contessa sono, rispettivamente, Po e Ma (gli umani di casa, insomma) e saprete come da villa Torlonia o giù di lì, son finito… in un altro posto, vicino alla libertà universale.
Quattro esistenze, le nostre, che si sono incontrate per caso o quasi, ma che l’amore ha reso entità, superando divisioni e distinzioni della specie…..” e tutti nel silenzio saremo più uguali!”
Non aggiungo altro, sono faticose le parole, sono poche e poco efficaci. E poi Contessa mi guarda con il muso poggiato sulle zampe anteriori, aspettando che io finisca per andare incontro al nostro Nirvana quotidiano, il sonno, ai piedi di Pa e Mo, oppure di Ma e Po, come li chiama lei, per tornare insieme verso quel dove non eravamo diversi.
Non voglio farla aspettare troppo.
Vado. Buona lettura.

(Maria Cristina Rosa)

Quando il suo grande e unico amico Willy, squinternato poeta di strada, lascia per sempre questa Terra, l’esistenza appare improvvisamente a Mr. Bones in tutta la sua drammaticità: solo al mondo, deve fare i conti con la fame, la sete e i pericoli di un mondo infido, alla ricerca di un luogo dove sentirsi a casa e del calore di braccia amiche. Difficile aver fiducia in un altro essere umano, difficile soprattutto adattarsi alle regole di quella società borghese che lui e Willy avevano sempre fuggito. Riuscirà Mr. Bones a trovare il suo posto in questo mondo? Riuscirà a vincere la tentazione di raggiungere Willy a Timbuctù, il paradiso dove uomini e cani parlano la stessa lingua? In questa grande storia d’amore e d’amicizia Paul Auster affronta senza svenevolezze l’atavico rapporto tra l’uomo e il cane: attraverso gli occhi e i pensieri di Mr. Bones – più che un cane, un’anima in un corpo peloso - osserviamo il mondo degli umani e ci lasciamo intenerire e commuovere, fino a sentirci avvolgere da quella forma d’amore smisurato e senza condizioni di cui solo gli animali sono capaci.

(Monica Anelli)

Acciaio, romanzo d'esordio della giovane scrittrice Silvia Avallone, racconta la storia della profonda amicizia tra Francesca e Anna, due ragazzine appena adolescenti che diventano donne in una provincia afflitta popolata da operai, adulti tormentati da troppe sconfitte e ragazzi che sognano la fuga. Via Stalingrado presenta miseri stabili dove vivono operai della Lucchini, famiglie marginali, piccoli spacciatori, ladruncoli, ragazze e ragazzi che in estate popolano la piccola spiaggia davanti all’Isola d’Elba.
Via Stalingrado nel tempo della storia narrata è divisa: da un lato il mare e i ragazzini sotto il sole rovente delle tre di pomeriggio e dall'altro i muri cupi dei casolari e le serrande abbassate. Agli occhi degli estranei quel quartiere è deprimente, soffocante, misero. Non esiste nient'altro che famiglie problematiche dove le donne soffrono il peso di mariti assenti che spesso le picchiano o che, in fondo, non sono nient’altro che ladri, truffatori o spacciatori, mentre i giovani del quartiere si drogano forse per trovare il coraggio di affrontare quella che è la cruda realtà, per sentirsi più uomini e cercare emozioni, per trovare rifugio in un mondo irreale nell’attesa di poter un giorno diventare qualcuno. Francesca e Anna sono le più belle tra tutte le ragazze del quartiere, di una bellezza virginea ed allo stesso tempo irriverente, che vuole solo trovare il momento giusto per scoppiare. Con la loro amicizia le due quattordicenni passano le loro giornate giocando, stuzzicando i vicini con balletti e scrivendo sulle panchine. Francesca e Anna, che vedono crescere e cambiare i loro corpi sotto lo sguardo interessato degli uomini, hanno passato tutti i momenti liberi della loro vita insieme ma adesso le loro strade si dividono. Quando Anna scopre l’amore e il sesso con Mattia, qualcosa si rompe tra le due, si troveranno distanti, eppure nel loro cuore saranno sempre insieme.
Silvia Avallone, una scrittrice dalla parte dei vinti, non ha paura di trattenersi, di uscire fuori dalle righe di un racconto monotono. E così scrive un libro dal titolo forte, con un linguaggio duro, forse anche un po' cinematografico, che non può passare inosservato ma che viene sorprendentemente gradito, definito: "Un libro che fa esplodere i sentimenti, che fa accadere le cose". La Avallone racconta l'adolescenza, un'età dove tutto può ancora succedere e ogni strada è ancora aperta. Parla di un pezzo drammatico di società, dove i padri picchiano le figlie, dove i genitori sono assenti poiché fuggono dal destino di operaio per trafficare in opere d'arte rubate e denaro falso, dove esiste la tragica fine di gente morta sul lavoro in un'industria siderurgica. E l’Isola d’Elba è visibile in tutta la sua bellezza dai casermoni di Via Stalingrado. Un’isola che sembra così lontana e irraggiungibile, un’isola che per tutta la vita Anna e Francesca hanno sperato di poter raggiungere insieme. E forse è vero che la speranza è l’ultima a morire.

(Miriana Briscese - classe II B IGEA I.I.S.S “ Battaglini” Venosa ( PZ) - vincitrice del premio Segnalibro dedicato a Daniela Borsato per la sezione Scuola Secondaria di II grado)

                                                      

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