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ATTO I – scena 1

PERSONAGGI: Regista, Battista

MUSICA: Ravel, Bolero

(Il regista, è in scena,in casa sua, seduto a tavolino. Pensa, scrive e getta via un mucchio di pallottole di carta. Scuote la testa. Prende un libro e legge, ad alta voce, alzandosi in piedi) 

REGISTA: Eh, quando le idee non vogliono venire, non vengono, non c'è niente  da  fare ! Vediamo  un  po'  se  qualche  lettura mi  ispira....... il Tasso, per   esempio.  Oh, ecco qua…La Gerusalemme Liberata:

Canto  l'armi  pietose e 'l capitano

che  il  gran   sepolcro  liberò di  Cristo;

molto egli oprò col senno  e  con  la mano,

molto  soffrì nel glorioso  acquisto………

Ah, no, no e no! Niente da fare! Ci vuoi altro, ci vuole! Mi sono già spremuto il cervello in campi di battaglia, in selve oscure, in cavalline storne…….

BATTISTA: Una tazza, di tè, signore?

REGISTA: ......in una tazza di tè e ....tazza di tè? Ah, già! Metti, metti lì. Proverò a guardare anche in quella, per vedere se mi viene l'ispirazione ..... Battista!

BATTISTA.   Sì,   signore!  (stava già per andarsene)

REGISTA. Vieni qui, Battista. Guarda con me dentro questa tazza di tè. Che cosa vedi? Eh, Battista? Dimmi: che cosa vedi?

BATTISTA: Il tè, signore!

REGISTA: Ma no, ma no! Guarda più profondamente! Penetra con lo sguardo in questo specchio scuro .... cosa vedi al fondo?

BATTISTA: Lo zucchero! Due cucchiaini, signore. Li ho messi io prima di servire.

REGISTA: Ma no, Battista! questa, non è una tazza di tè.....

BATTISTA: Ah no? (grattandosi la testa)

REGISTA: No. Tu devi vedere al di là della tazza, al di là del tè che c'è dentro ..... Tu devi immaginare che questo sia... un pozzo, ecco, sì, un enorme pozzo profondo, in cui si nasconde un mistero arcano ...... che ne dici?

BATTISTA: Dico che lei berrebbe un po' troppo tè, signore, e potrebbe farle male!

REGISTA: Ah, Battista! Con te non si può ragionare! Guarda, guarda, quanta carta ho buttato via, quanti tentativi falliti! Su raccoglila, va, che se viene mia moglie mi dice che le sporco la casa! (Prende un altro libro e legge passeggiando, dando

calci  a una pallottola di  carta  che   il maggiordomo non riesce  a raccogliere). Dunque…   vediamo un po’… Ludovico Ariosto, Orlando Furioso:

Le donne, i  cavalier,   l'armi,   gli  amori,

le   cortesie, le  audaci  imprese  io  canto 

BATTISTA: (piano) Eh sì, canta, lui, canta! E io mi  spacco la schiena!

REGISTA: Che furo al tempo che passaro i Mori

d'Africa  il mare, e in  Francia nocquer  tanto

seguendo l'ire  e  i  giovenil  furori… furori… già…

BATTISTA: (piano) eh, te  li  do  io  i  furori!   Sono  io  che mi  arrabbio,   ora!

REGISTA: D'Agramante lor re, che si dié vanto

di vendicar la morte di Troiano sopra Re Carlo imperator Romano (sferra un calcio a una palla di carta)

BATTISTA: (forte) Ahi! E io mi sono beccato un calcio in mano! REGISTA: Bravo! Bella rima Battista! Bella davvero!

BATTISTA: Bel calcio (Ahi), bel calcio, signore! Eh ...ah, il vostro tè, signore ....oh, pardon, il vostro pozzo di mistero viene freddo! Meglio che lo beviate! Se riuscite a toccare il fondo troverete anche lo zucchero. Ossequi,signore (piano) eh, questi artisti! Sono matti, tutti matti!  (esce)

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

APPARATO DIDATTICO

1. Secondo te, è possibile che l'ispirazione a produrre qualcosa di creativo venga in seguito alla lettura di altre opere? Perchè?

2. Come appare il rapporto tra il Regista e il suo maggiordomo? Perchè si ha l'impressione che non si capiscano e che parlino due linguaggi diversi?

 

 

 

 

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