"Ahi Genovesi, uomini diversi..."

 

SCENA I

Personaggi:

Dante Alighieri

Giobatta Parodi, trasandato, vestito malamente

 

(scena: su una lavagna a tre piedi c’è un ritratto di Dante Alighieri; al centro, un leggio. Dante entra, posa un libro sul leggio e declama)

DANTE – Ahi Genovesi, uomini diversi

             d’ogni costume e pien d’ogni magagna,

             perché non siete voi nel mondo spersi?

(GB Parodi dalla platea tira una scarpa contro la lavagna, che cade fragorosamente – Dante si spaventa)

GB PARODI – Ehi, ma scherziamo? Ma dico! Io sono qui che organizzo uno spettacolo per Genova capitale europea della cultura e guarda un po’ questo qui! Roba da matti! Con tutte le palanche che ho speso… ma chi ce l’ha mandato qui questo belinone (1)?

DANTE – Io non so cosa voi intendiate con codeste parole un po’… un po’ bischere, via, ma sappiate che io sono Dante Alighieri, sommo poeta fiorentino… (legge) …vissuto fra il XIII e il XIV secolo, fu sommo vate dell’italica lingua….

GB PARODI – Ah scì? Tanto piacere, io sono Giobatta Parodi della circoscrizione di Castelletto, imprenditore genovese di quelli un po’ sparagnini e finanziatore di questo spettacolo. E lei non mi risulta che sia stato invitato, che magari poi mi viene a chiedere delle palanche (2) anche lei… guardi, se ne vada, io intanto mi riprendo la mia scarpa… con quello che costa… Mi sono durate quindici anni, queste scarpe, ma sono ancora buone…

DANTE – Si vede! Anche il resto del vostro abbigliamento non è proprio… come dire…  acconcio e adatto all’occasione…

GB PARODI – Eh, l’abito non fa il monaco… Allora: io ho voluto fare questa bella festa, ho invitato tanta gente importante… c’è anche il preside della scuola di mio figlio… vede, è là in seconda fila… buonasera preside… c’è il capo dei lupetti dei boy scout, c’è il prete che ha battezzato mia figlia… insomma, un sacco di autorità a livello europeo per rilanciare questa città disgraziata…

DANTE – Ma io non sono a livello europeo, sono a livello mondiale!

GB PARODI– E allora guardi, se ne vada che mi costa troppo e lo sponsor non lo prevede.

DANTE – Ecco, i soliti difetti dei genovesi, che peccano per avarizia! Siete TIRCHI!

GB PARODI – Beh, diciamo attenti, oculati e risparmiatori. Mio nonno diceva “se t’ae que de spende, cuntite e palanche, daghe ‘na bella pacca e ricaccitele in ta stacca”! (3)

DANTE – Non comprendo appieno codesta favella in cui voi vi esprimete… e poi siete DIFFIDENTI…

GB PARODI – Semmai prudenti, siamo prudenti. Diciamo che non ci piace essere fregati. Diceva mio nonno “Chi te rie troppu, u t’ou vö mette in tu streppu”. (4)

DANTE – E che sarebbe?

GB PARODI– Chi ti ride troppo, te lo vuole mettere nel…

DANTE – ... nel???

GB PARODI - … nel culo!

DANTE – Ma insomma! Il nostro è un volgare illustre, cardinale, aulico e curiale! E poi voi siete PERMALOSI…

GB PARODI– Beh, insomma, ora mi offendo. Come diceva mio nonno “A ese troppu buin se passa pe cuggiuin” – “a essere troppo buoni si passa per coglioni”

DANTE – De vulgari eloquentia!!! O vergognosa e barbara favella!!

GB PARODI– E’ colpa di mio nonno, guardi. Lui era di quelli che vogliono avere sempre ragione loro.

DANTE – Già, perché voi genovesi siete anche… aspettate un po’… com’è quella parola… ecco: MUGUGNONI

GB PARODI – Eh, chi nu cianse nu tetta! (5) Questo lo diceva…

DANTE – Vostro nonno!

GB PARODI – Bravo! Come ha fatto a indovinare? Guardi, lei mi sta quasi simpatico. Facciamo una bella cosa: io la invito a vedere lo spettacolo con me, guardi, vada là vicino al preside che c’è posto e faccia il bravo, che io le faccio vedere tutta la storia di Genova con tutti i suoi personaggi principali, da quelli più bravi a quelli più belinoni, che l’abbiamo preparata bene con gli attori che abbiamo ingaggiato… vedrà che roba! Intanto tiriamo su questa lavagna che può sempre venir bene…

DANTE – Va bene, però lei poteva anche vestirsi un po’ meglio per venire qui in teatro; guardi, ci ha la camicia strappata con le patacche, la cravatta storta e perfino le pezze sul … sul culo! Non si addice allo vostro decoro!

GB PARODI – E va ben, lo sa che cosa diceva mio nonno? “Megiu aveighe e braghe sguarèe in tu cü che u cü sguarou in te braghe”! (6) E voi battete le mani, che io ci devo fare bella figura!

(escono)

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(1) Termine tipicamente genovese, non troppo volgare, che significa "testa di cavolo"

(2) Le palanche in genovese sono i soldi

(3) "Se hai voglia di spendere, contati i soldi, dagli un bel colpo e rimettiteli in tasca"

(4) "Chi ti ride troppo vuole mettertelo nello stoppino"

(5) "Chi non piange non succhia (il latte)"

(6) Meglio avere i pantaloni strappati sul sedere che il sedere strappato nei pantaloni"

 

 

 

 

 

 

 

 

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Dante Alighieri