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E' uno degli
insediamenti più
antichi e
illustri della
Grecia, in
quanto sede del
regno di Atreo,
leggendario
padre dei due
eroi della
guerra di Troia,
Agamennone e
Menelao. La
civiltà Micenea,
che da questa
prese il nome,
dominò in Grecia
nel III e nel II
millennio, fino
a essere
soppiantata e
distrutta dai
Dori. Il popolo
miceneo era un
popolo di
guerrieri e
quello che resta
della loro
civiltà lo
dimostra
pienamente: mura
ciclopiche,
possenti,
costruite con
enormi blocchi
di pietra in
posizioni
elevate e ben
difese anche da
protezioni
naturali, e
negli scavi
prevalentemente
armi, ancora
fabbricate in
bronzo.
Le rovine di
Micene sorgono
su un'altura
brulla e
desolata, che
mette ancora più
in risalto la
loro imponenza.
In basso si
trovano le tombe
cosiddette di
Agamennone e di
Clitemestra,
capolavori
dell'architettura
micenea. Alla
camera
circolare, con
una maestosa
copertura a
cupola, si
accede
attraverso un
lungo corridoio
e una porta
sormontata da un
architrave
monolitico.
All'acropoli si
accede
attraverso la
famosissima
Porta dei Leoni,
purtroppo molto
consunta, mentre
un percorso
apposito
consente di
ammirare il
circolo interno
con le sepolture
dei re, i resti
del palazzo
reale, tracce di
cisterne per
l'acqua,
passaggi e porte
attraverso le
mura possenti.
Quello che
maggiormente
stupisce in un
posto come
questo è il
contrasto tra la
rovina attuale e
quella che
doveva essere
la grandiosità
del passato: qui
fu rinvenuto il
famoso
cosiddetto
Tesoro di Atreo,
oggi al Museo
Archeologico di
Atene, uno dei
più grandi
ritrovamenti
archeologici
della storia,
anche se
l'attribuzione
ad Atreo è
puramente
leggendaria; qui
si dice che
operasse
Agamennone, il
condottiero dei
Greci alla
guerra di Troia,
e "micenea" si
chiama la
scrittura
prealfabetica
che precede il
greco antico.
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