La Zia da un annetto attraversa lunghi momenti
di scarsa lucidità, ma a 97 anni c’è da aspettarselo. Certo è doloroso vedere
una così bella mente arrendersi all’età, nella realtà che ci circonda, però, la
sua storia di vita è una gran bella e fortunata storia! Fino a qualche tempo fa
ricordava ancora diversi pezzi dall’Eneide, a memoria! In Latino! Sempre fatto
impressione, quella memoria, e meraviglia, e ammirazione! Greco e Latino, le sue
passioni di sempre, armi del mestiere. Uno, il Greco, veramente una passione e
basta, non lo ha mai insegnato, solo studiato con tanto amore; era docente di
Italiano e Latino in uno scientifico …. il secolo scorso ……
Prima però, giovanissima, aveva insegnato per qualche anno alla scuola media, ma
io non riesco a immaginarla alle prese con dei preadolescenti.
È stata anche la mia insegnante, di quelle severe, infaticabili, voce metallica,
preparazione mostruosa, pretese ...inverosimili per noi antichi ragazzi di
allora, di sedici/diciotto anni! E con grembiule nero, come ancora pochi docenti
usavano, correggeva i compiti di Latino, pasticciati dai nostri dubbi, con una
lente di ingrandimento! -A me non la si fa!- diceva! E via con segni rossi e blu
anche in quelli che “sembravano” pastrocchi artatamente illeggibili, perché
ingenerassero confusione e incertezza in quell’implacabile correttore!
Invece doveva essere stata una grande anche con i ragazzini, anche con quelli.
Una splendida maestra di vita, un’Educatrice, e il maiuscolo è per quel rispetto
dovuto e meritato per intero.
Sessanta anni e più, sommati agli undici di un bambino di allora fanno settanta
passati, un’intera esistenza! Il Prof. X oggi è un austero professore di
Economia in pensione, di una altrettanto austera e nota università del Nord e
scrive, ancora, alla Zia, la sua antica professoressa di Lettere, in occasione
del Natale, della Pasqua, di accadimenti felici e dolorosi della sua vita.
Scrive alla Zia, da tantissimi anni, parole piene di affetto, commoventi e
commosse.
Da una vita la tiene dentro la sua vita.
Recentemente le ha scritto della morte di suo padre, in modo pudico, consapevole
del dolore che certe notizie provocano in chi legge, ma testardamente desideroso
di continuare a tenere Zia dentro il suo percorso, come fa da tantissimo tempo,
come, per sua dichiarazione, non smetterà mai di fare.
Da un po’ d’anni la Zia non vede più e io e mia madre, sua nipote, siamo i suoi
occhi, ed è per questo che ho conosciuto questa storia di lettere, questa storia
di affetti meravigliosi. Quando leggo, per lei, le parole del suo affezionato
ex-alunno la voce mi si spezza, le lacrime mi pungono gli occhi. Cresce l’amore
per questa piccola, grande donna, insieme all’amore per la professione, e
l’ansia, di essere come lei, di rappresentare, almeno per qualcuno dei miei
alunni, quello che ha significato lei, anche per uno solo, ex cathedra.
Sonia Solomonidis
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