L’elegante matita, vestita a righe rosse e blu
cucite da filo d’oro, superba e dispettosa, ammicca alla stilografica dal
pennino lucido e ancora umido della professoressa Rosetta Cinnirello. La
scrivania è ingombra di carte sparse, di libri e quaderni aperti, dalla
scrittura fitta e ordinata. Ci sono più in là fogli grandi ben impilati con
elaborati di italiano pronti per la correzione. La professoressa Rosetta è
immersa nella lettura, gli occhiali scivolati sulla punta del naso, in procinto
di fare un volo verso il basso. Non accenna a dare inizio alla correzione,
assorbita dall’argomento che la rapisce. Rossoblù freme, si agita, si dimena
impaziente.
Ad un tratto la mano della professoressa si avvicina alla matita a strisce
colorate, come a volerla stringere tra le dita, questo almeno intuisce rossoblù
e, prima ancora che la professoressa abbia compiuto il gesto, si lancia in una
danza tra le parole sottolineando ora in rosso l’errore lieve ora in blu lo
strafalcione più grave. Gira, cerchia, slitta tra un rigo e l’altro, scrive
appunti al margine e sembra non potersi fermare più. Di fretta, scattante,
superba ed impettita, si diverte un mondo a fare note e segni colorati. Non dura
a lungo la sua corsa sfrenata, scivola proprio sul più bello, quando sta per
finire sull’altro foglio e continuare la danza saltellante e dispettosa
nell’ultima facciata. Cosa è accaduto non ci è dato sapere con esattezza, di
sicuro c’è che la matita inizia a rotolare sul foglio, poi sulla scrivania per
finire sul pavimento. La professoressa Rosetta è presa da riflessioni così profonde
che il suo viso si muove e assume mille espressioni diverse: ora stringe gli
occhi a fessura, ora allarga le narici e distende la fronte… dunque arriccia le
labbra ed inizia a muovere la testa… come se stesse annuendo. Il suo braccio è
sempre proteso in avanti e abbandonato su quaderni e carte della scrivania. La
stilografica è così preoccupata di fronte a quello spettacolo che lascia
scivolare una goccia di inchiostro sulla pelle verde dello scrittoio.
“Imprudente e sudiciona” dice a se stessa… La professoressa di colpo si scuote,
nel momento esatto in cui rossoblù spezza il silenzio ovattato, e produce quasi
un effetto di tuono, quando, cadendo, incontra il legno del pavimento… La
Cinnirello ha un sobbalzo e contemporaneamente si accorge del compito aperto e
pieno di correzioni… distante da lei. Molto
strano! Ricorda che i compiti erano ben impilati, pronti… ma nulla di più. Ha un
giramento di testa la prof.…”Non è possibile!”. Prende in mano il compito, lo
osserva da vicino: è la sua scrittura, eppure… ci sono troppe correzioni. Si
meraviglia di tanta pignoleria! Raccoglie da terra rossoblù e la guarda con
sospetto, avvicina il tema e si immerge in una distratta correzione. Ad un
tratto… è come se la matita le forzasse la mano, sembra fare tutto da sola… Si
ferma di colpo, arriccia le labbra in una espressione di sfida, riprende la
correzione con maggiore concentrazione, ma è inutile, la matita trascina la sua
mano, sembra animata di vita propria … si solleva, si torce, striscia e
volteggia. “E no bella mia! Qui comando io!”. Afferra rossoblù, la stringe bene,
la fissa per qualche istante, apre poi l’ultimo cassetto in basso a destra e
ripone la matita sotto un mucchio di fogli, proprio in fondo. Rossoblù non lo sa
ancora, ma quella è stata la sua ultima corsa dispettosa e con lei si chiude la
stagione dei compiti sottolineati in rosso e blu. Da allora in avanti la
professoressa Rosetta correggerà i compiti degli alunni con una bella penna
rossa dal tratto sottile.
Per la stilografica
quello è stato un duro colpo davvero… ed un’altra goccia scivola dal suo
pennino… ma di lei la professoressa Cinnirello si accorgerà solo più tardi.
Sebastiana Schillaci
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