"Ahi Genovesi, uomini diversi..." |
SCENA V Personaggi Lettore (fuori campo) Mazzini Italia Bush GB Parodi Dante Petrarca Leopardi Goethe (scena: al centro lo scrittoio di Mazzini) LETTORE – Giuseppe Mazzini, Istruzione generale per gli affratellati alla Giovine Italia, punto primo : "La Giovine Italia è la fratellanza degli Italiani credenti in una legge di progresso e di dovere; i quali, convinti - che l'Italia è chiamata ad essere nazione - che può con forze proprie crearsi tale - che il mal esito dei tentativi passati spetta, non alla debolezza, ma alla pessima direzione degli elementi rivoluzionari - che il segreto della potenza è nella costanza e nella unità degli sforzi consacrano, uniti in associazione, il pensiero e l'azione al grande intento di restituire l'Italia in nazione di liberi ed uguali una, indipendente, sovrana." MAZZINI – Io ci ho provato. Ci ho provato per anni, a fare la Giovine Italia. La MIA Giovine Italia. Ci ho provato a Genova, a Marsiglia, a Londra… un’utopia! Mi dicevano tutti che era un’utopia da rivoluzionario risorgimentale. E tutti quei morti? Tutti quei giovani martiri, che ho mandato a morire in nome delle mie idee…Dio, Dio!! E tu, tu dove sei ora, mia giovine Italia? Anche tu mi hai abbandonato, Italia? (cambia tono) Italia? Italia, se ci sei batti un colpo! ITALIA – (entra una vecchia vestita di tre colori, curva e col bastone) Eh, sulla schiena te lo batterei il colpo, caro Giuseppe, se solo ne avessi la forza… MAZZINI – Italia! Ma come ti sei ridotta? I tuoi bei capelli al vento, il fisico slanciato, gli occhi fieri, il bel portamento, le tette… ITALIA – Eeehi, cosa siamo, a miss Italia (eh, appunto…) Forse un tempo, caro Mazzini, forse un tempo ero come tu mi immaginavi nei tuoi sogni… ma è passato più di un secolo…un secolo e mezzo a voler essere precisi…tutto sommato non me lo porto neanche male, via, qualche acciacco ma insomma… MAZZINI – Ma io ti volevo forte, vigorosa, unita! ITALIA – Beh, unita in qualche modo mi avete unita, anche se ora c’è qualcuno che ci sta provando, a spantegarmi (1)… ma la forza, Giuseppe… quella non c’è più, quella forse non c’è mai stata… MAZZINI – Beh, ora non cominciamo coi mugugni… che già ai miei tempi mugugnavano tutti. E io mi rodevo nella tempesta del dubbio, mi domandavo se era giusto quello che io pretendevo dai martiri dell’Italia… Ma dimmi, Italia mia, che cosa ti è successo in tutto questo tempo? ITALIA – Guarda, innanzitutto ho avuto problemi di collegamento. MAZZINI – Collegamento tra i vari nuclei della carboneria? ITALIA – No no, collegamento tra il cervello e le altre parti del corpo. All’inizio era tutto un casino… ci avevo la testa che parlava francese, la bocca che parlava in fiorentino e i piedi che scalciavano in siculo-ispano-partenopeo. MAZZINI – Che hai detto? ITALIA – siculo-ispano-partenopeo. L’unica cosa che ricordo è “minchia hasta la vista facimm’e cuorna” MAZZINI – Ma va’ là!! La MIA Italia, che doveva essere, come diceva Manzoni, “Una d’arme, di lingua, d’altare, di memorie, di sangue e di cor”…. ITALIA – E le mani… le mani si agitavano per l’Europa e non riuscivano mai a prendere niente. UNA mano, a dir la verità. A Vienna… lalalalalà-lalà-lalà… (abbozza un valzer) MAZZINI – E l’altra? ITALIA – (portandosi una mano sul fondoschiena) Sempre sulla difensiva, sai com’è…coi tempi che correvano…eh, volavano bassi…Poi però hanno cominciato a tirarmi, a tirarmi in giù verso l’Africa… e io se volevo restare attaccata all’Europa ho dovuto tenermi, con due mani. Ed è stato lì che l’ho preso nel culo. Come ho messo le mani sulle Alpi… zac! E mi sono trovata in Libia. “L’Italia si è lanciata nella politica coloniale!” MAZZINI – Beh, un pochino di imperialismo…tutto sommato…oddio, non dico l’imperialismo, ma un po’ di sana lotta armata, in nome degli ideali… quanno ce vo’ ce vo’… ITALIA - .. ma quando mai… in realtà mi avevano solo buttato dalla finestra… Morale: un pacco. Anzi, una scatola di sabbia, come diceva quella buonanima di Salvemini… però c’era il petrolio…peccato che non se ne sia accorto nessuno. MAZZINI – Oh, povera Italia… ma dimmi, la repubblica, il mio sogno repubblicano, per il quale ho speso le mie energie, per il quale ho patito l’esilio... ITALIA – Eh, c’è tempo, c’è tempo. Due guerre mondiali. Due guerre mondiali mi hanno fatto. Mi hanno preso, mi hanno bombardato, mi hanno sbattuto per tutti i versi che non bastava nemmeno più la difensiva che mi entravano da tutte le parti… MAZZINI - E gli Italiani, in tutto questo? ITALIA – Gli Italiani, guarda, fisica meccanica applicata. MAZZINI – Cosa? ITALIA – Fisica meccanica applicata. L’Italia: il fulcro. Mussolini: la potenza. I Partigiani: la resistenza. Risultato? MAZZINI – Risultato? ITALIA – La leva! (fa un gestaccio) Poi sono arrivati gli Americani. BUSH – (affacciandosi a una finestra sul fondo) Americani? Chi chiamato americani? Americani sempre pronti intervenire. Numero verde 800-76-76 pronto intervento 24 ore su 24 USA meglio di idraulico. GB PARODI – (dalla platea) Ferma ferma tutto! Questo sul contratto non c’era. Vediamo di non prendere dei bidoni che questi qui poi vogliono essere pagati. Mandatelo via, chiudete quella finestra e andiamo avanti. BUSH – USA volere intervento! Altrimenti America lasciare Italia senza Coca cola. America togliere sponsor…no Martini no party… (la finestra viene chiusa a fatica) MAZZINI – Dove eravamo rimasti? ITALIA – Alla repubblica! MAZZINI – La repubblica, finalmente, evviva! ITALIA – Due. MAZZINI – Due? ITALIA – Sì, due. Prima repubblica, seconda repubblica. MAZZINI – Ma come! La repubblica, nobile ideale unico e indivisibile! Come hanno osato? ITALIA – Hanno osato, hanno osato. Hanno osato, usato, abusato… e così eccomi qua, ridotta come tu mi vedi, vecchia, lacera e stanca. MAZZINI – Oh, no, povera Italia! Io ti volevo… ti immaginavo diversa, almeno nel futuro! Come ti hanno ridotta, povera Italia! ITALIA – Ma in fondo, ci sono abituata. Sulle mie spalle pesano secoli e secoli di storia… Tu, Giuseppe, tu mi sognavi giovane e bella, ma era solo l’utopia di un ingenuo patriota. Guardami adesso, prendimi per quel che sono, amami per quel che sono, e ascolta: ascolta quello che nei secoli è stato detto di me, ascolta il passato, perché è anche su quello che si dovrà creare il futuro… (Mazzini resta sul fondo; l'Italia si accascia in primo piano; luci basse; a uno a uno entrano i personaggi, leggono il loro pezzo, strappano il foglio e buttano i pezzetti come coriandoli sull'Italia) DANTE – Dante Alighieri, Purgatorio canto VI: Ahi serva Italia, di dolore ostello, Nave sanza nocchiero in gran tempesta, Non donna di province, ma bordello! PETRARCA – Francesco Petrarca, Canzone Italia mia Italia mia, benché il parlar sia indarno A le piaghe mortali Che nel bel corpo tuo sì spesse veggio, piàcciati almen che i miei pensier sian quali spera il Tevere, e l’Arno, e il Po, ove doglioso e grave or seggio. GOETHE – Goethe, Viaggio in Italia: Roma, 5 novembre 1786 A considerare un’esistenza che risale a duemila anni e più, trasfigurata dalla vicenda dei tempi in modo così vario e talora così radicale, mentre è pur sempre quello stesso suolo, quegli stessi colli, spesso perfino le stesse colonne e le stesse mura, e perfino nella popolazione si vedono ancora le stimmate del carattere antico, si finisce per diventare contemporanei dei grandi disegni del destino; ed ecco perché in sul principio riesce difficile all’osservatore il discernere come Roma sia succeduta a Roma, e non soltanto la nuova sopra l’antica, ma le varie epoche dell’antica e della nuova l’una sull’altra.LEOPARDI – Giacomo Leopardi, Canzone all’Italia O patria mia, vedo le mura e gli archi E le colonne e i simulacri e l’erme Torri degli avi nostri, Ma la gloria non vedo, non vedo il lauro e il ferro ond’eran carchi i nostri padri antichi. Or fatta inerme nuda la fronte e nudo il petto mostri. Oimè quante ferite, Che lividor, che sangue! Oh qual ti veggio Formosissima donna! Io chiedo al cielo E al mondo: dite, dite, Chi la ridusse a tale? E questo è peggio, che di catene ha carche ambe le braccia, sì che sparte le chiome e senza velo siede in terra negletta e sconsolata, nascondendo la faccia tra le ginocchia, e piange. Piangi, che ben hai donde, Italia mia, le genti a vincer nata e nella fausta sorte, e nella ria. __________________________ (1) "frazionarmi" |
Ritratto di Giuseppe Mazzini, Museo Storico di Chiavari (GE)
La Giovine Italia dal sito www.comitatinazionali.librari. beniculturali.it
Statuto della Giovine Italia
George Bush
Dante Alighieri
Francesco Petrarca
K.J. Stieler, Johann Wolfgang von Goethe, 1828, Munich, Neue Pinakothek
Giacomo Leopardi |