home

GLI SPAZI URBANI

ascolta la presentazione

 

"La città tradizionale dell’Europa mediterranea, che viene generalmente presa come modello…, è un organismo a tre elementi attorno ai quali si ripartiscono le sue attività e si definisce il suo ruolo. Il primo è l’elemento sacro, che simbolizza la protezione degli dei e impone dei doveri collettivi, generatori di disciplina. Il secondo è l’elemento militare, o della sovranità, rappresentativo del potere e del possesso dello spazio dominato dalla città…Il terzo è il mercato con i suoi annessi artigianali, luoghi dove si realizza l’economia specificamente cittadina…"

Dalla voce Città, curata da P. GEORGE, nella “Enciclopedia delle scienze sociali”,
Istituto dell’Enciclopedia Italiana, vol.I, Roma, 1991

E accanto agli spazi pubblici, quelli privati della realtà domestica: gli spazi abitativi delle case.

La casa La strada La piazza

 

LA CASA

Il primo segno della presenza dell’uomo nell’ambiente è la sua abitazione, dalle prime palafitte fino ai più avveniristici palazzi contemporanei. L’uomo lascia la sua impronta, crea nuovi paesaggi... "Per gli esseri umani, l'istinto di "marcare il territorio" non ha solo una funzione difensiva (tenere fuori gli estranei), ma serve anche a riconoscere quei luoghi come i nostri. Per questo decoriamo la casa secondo i nostri gusti, disponiamo in un certo modo i mobili, mettiamo sui mobili degli oggetti che ci piacciono. La casa dice così chi siamo noi, quali sono le nostre preferenze, e sovente vedendo la casa di una persona si capisce il carattere di chi ci abita". (dal sito www.tolerance.it)

Uno dei più antichi trattati di architettura è l'opera di Vitruvio, che fornisce le misure della casa patrizia romana in modo che risulti armonica e ordinata nelle sue parti. Nelle varie epoche sono state studiate per le case le soluzioni architettoniche più disparate, il linea con gli stili del tempo e le esigenze urbanistiche. I poeti e gli artisti vedono nella casa qualcosa di magico, che li riporta all'infanzia o al loro mondo interiore.

«Vous n'avez pas remarqué qu'il y avait dans Les Fleurs du Mal deux pièces vous concernant, ou du moins allusionnelles à des détails intimes de notre ancienne vie», écrit Baudelaire à sa mère le 11 janvier 1858. L’une de ces pièces est «Je n’ai pas oublié, voisine de la ville»: dans ce poème sans titre, faisant partie des «Tableaux Parisiens», Baudelaire évoque la maison de son enfance et la figure de sa mère.

Miniquiz

Charles Baudelaire, Les fleurs du mal, XCIX

Je n'ai pas oublié, voisine de la ville,

Notre blanche maison, petite mais tranquille;

Sa Pomone de plâtre et sa vieille Vénus

Dans un bosquet chétif cachant leurs membres nus,

Et le soleil, le soir, ruisselant et superbe,

Qui, derrière la vitre où se brisait sa gerbe,

Semblait, grand oeil ouvert dans le ciel curieux,

Contempler nos dîners longs et silencieux,

Répandant largement ses beaux reflets de cierge

Sur la nappe frugale et les rideaux de serge.


Non ho dimenticato la nostra casa bianca,
piccola ma tranquilla, vicina alla città,
con la Pomona di gesso e l'antica Venere
dalle membra nude dentro un gramo boschetto
e il sole che superbo grondava nella sera
e dietro i vetri, ove il suo fascio si frangeva,
sembrava, grande occhio aperto nel cielo curioso,
contemplare i nostri lunghi e silenziosi pranzi,
diffondendo i bei riflessi di cero
sulla tovaglia e sulle tende grezze!

(trad. Claudio Rendina)

 

Grazia Deledda, Il paese del vento

Ed ecco che tutto il resto, il mio fidanzamento, il mio matrimonio, il trovarmi io in quel posto ed in quella situazione, tutto diventava davvero un sogno fra il tragico e il ridicolo. La realtà era un'altra. Io stavo ancora nella mia casa paterna, al limite tra la valle e un paese che, per quanto capoluogo di provincia, conservava tutti gli aspetti, il colore e il clima di un villaggio dell'epoca del ferro.
La mia casa, stretta, quadrata e grezza come una torre, con un pianerottolo e due sole stanze ad ogni piano, era una delle più alte: e fin da bambina io avevo stabilito la mia particolare residenza all'ultimo piano, in una specie di soffitta riparata dal solo tetto sostenuto da grosse travi e da uno spesso graticolato di canne.
Dalle travi pendevano grappoli di uva e di frutta, di cipolle e di pomidoro; ed anche trecce di agli che sembravano ex voto in cera, e salami marmorizzati: con tutto questo la stanza non poteva dirsi veramente una soffitta, perché era alta, con le pareti candide di calce, il pavimento di legno; non solo, ma aveva due belle finestre, con accanto a una di esse uno scaffale pieno di libri, e vicino all'altra uno scrittoio antico, che pareva un mobile moresco, tutto di ebano autentico, intarsiato d'avorio.
Dalla finestra presso lo scaffale si dominava il paese: una scacchiera di tetti rossi e verdastri, alti e bassi, dai quali emergevano tre campanili tutti eguali, sottili e bianchi, mentre in fondo, quasi all'orizzonte, le torri della cattedrale si innalzavano scure e massicce.

Vitruvio, De Architectura VI,3,5

Alis dextra ac sinistra latitudinis, cum sit atrii longitudo ab XXX pedibus ad pedes XL, ex tertia parte eius constituatur. Ab XL ad pedes L longitudo dividatur in partes tres semissemque, ex his una pars alis detur. Cum autem erit longitudo ab quinquaginta pedibus ad sexaginta, quarta pars longitudinis alis tribuatur. […] Tablinum, si latitudo atrii erit pedum viginti, dempta tertia eius spatio reliquum tribuatur. Si erit ab pedibus XXX ad XL, ex atrii latitudine tablino dimidium tribuatur. Oeci […] conlocantur spectantes ad septentrionem et maxime viridia prospicientes, valvasque habent in medio. Ipsi autem sunt ita longi et lati, uti duo triclinia cum circumitionibus inter se spectantia possint esse conlocata, habentque dextra ac sinistra lumina fenestrarum valvata, uti de lectis per spatia fenestrarum viridia prospiciantur.

 

Traduzione

Se la lunghezza dell'atrio è fra i 30 e i 40 piedi, lo spazio per la larghezza a destra e a sinistra sia fissato in base alla terza parte di esso. Se invece è fra i 40 e i 50 la lunghezza si divida in tre parti e mezza, e una parte di queste venga riservata  alle ali. Se poi la lunghezza sarà fra i 50 e i 60, venga assegnato alle ali un quarto della lunghezza. Quanto al tablino (la sala di rappresentanza), se la larghezza dell'atrio sarà di 20 piedi, se ne tolga un terzo e gli si lasci la parte rimanente. Se invece la larghezza sarà fra i 30 e i 50 piedi, si riservi al tablino la metà dello spazio. I saloni sono disposti in modo che guardino a nord e soprattutto che si affaccino verso il verde, e hanno le porte nel mezzo. Essi sono larghi e lunghi in modo tale che possano esserci collocati due triclini con i loro disimpegni uno di fronte all'altro, e hanno a destra e a sinistra delle finestre con battenti, in modo che dai divani attraverso le aperture delle finestre si veda il verde.

 

Gaudì, casa Batllò, Barcellona 1904-1906

Gaudì elabora una soluzione progettuale originale e bizzarra per Casa Batllò , trasformando con la sua straordinaria immaginazione la facciata in un combattimento simbolico tra San Giorgio e il drago Il tetto è come se fosse modellato in una forma di drago con le squame multicolori, a fianco la torretta con la croce distintiva di Gaudì. La facciata rivestita da un mosaico di pasta vitrea e da dischi multicolori, riflette la luce come una specie di pelle sensibile.

 

F.L.Wright, La casa sulla cascata

"In una magnifica foresta, uno sprone di solida roccia che sorge a fianco di una cascata... la soluzione naturale apparve quella di sospendere in aggetto la casa al suo sostegno roccioso, sopra la cascata. La prima, tra le case da me costruite, eseguita in cemento armato: e perciò la sua forma si modellò sulla grammatica di questo tipo di costruzione" (F.L. Wright)

 

V. Van Gogh, La casa gialla, 1888

Era stato pensato come un nido caldo e pieno di luce quella "casa gialla" dove Van Gogh intendeva ospitare i suoi amici artisti, e in particolare Gauguin. Il giallo intenso, che fa macchia nel quadro, esprime la vitalità dell'idea, la speranza che si era accesa nel cuore dell'artista. All'interno Van Gogh aveva appeso i suoi girasoli. Il pittore Paul Signac, dopo aver visitato la casa, scrisse: «Immaginatevi lo splendore di quei muri imbiancati a calce su cui spiccavano i suoi colori. Non dimenticherò quella stanza coperta di paesaggi deliranti di luce»

 

V. Van Gogh, Camera da letto di Van Gogh ad Arles, 1889

La stanza è semplice e ordinata: il letto rifatto, il tavolo con gli oggetti della toilette, l’asciugamano appeso, la finestra accostata, i ritratti degli amici alla parete e quelle due sedie vuote. Van Gogh aspetta qualcuno? La stanza esprime la sua solitudine interiore e suggerisce una sensazione di riposo. I contorni neri semplificano le forme ed esaltano la stesura piuttosto omogenea data dai colori complementari.

“Invece di provare a riprodurre esattamente ciò che vedo, uso il colore in modo arbitrario, in modo da esprimere il mio mondo interiore con più forza” così Van Gogh scrive al fratello Theo. “... è semplicemente la mia camera da letto, solo che qui il colore deve fare tutto, e poiché con il suo effetto semplificante conferisce maggiore stile alle cose, esso dovrà suggerire riposo o sonno in generale. In una parola, guardare il quadro deve far riposare il cervello, o piuttosto l'immaginazione ... Questo come una sorta di vendetta per il riposo forzato al quale sono stato obbligato.” (lettera 554 al fratello Theo)

APPARATO DIDATTICO
bullet

Disegna la pianta della tua camera e della tua casa, utilizzando le tecniche che conosci.

bullet

In quale delle case qui presentate ti piacerebbe abitare e perché?

bullet

Quels éléments de la maison sont mis en évidence par Baudelaire?

 

LA STRADA

L’uomo allarga il suo dominio sul paesaggio attraverso la strada; essa è un prolungamento della città. Nei secoli egli crea una fitta rete di comunicazione. Tutte le strade portano a Roma? Oggi le strade portano ovunque. L’uomo supera tutti gli ostacoli servendosi di materiali e di tecniche sempre più nuove.

Avveniristica e provocatoria la "passeggiata" di Palazzeschi, che mescola ai discorsi con l'amico lungo la strada gli elementi esterni che incontra: numeri civici, insegne di negozi, manifesti pubblicitari, locandine di giornali... A De André interessa invece di più la presenza umana in una delle strade "malfamate" del centro storico di Genova; John Denver looks at the country roads as roads that take him back home.

Miniquiz
Aldo Palazzeschi (1885-1974) - La passeggiata

La via Appia

Collegava Roma a Brindisi ed era una delle arterie dello stato romano fin dai tempi della repubblica. Oggi ne restano tratti in cui è possibile ammirare la pavimentazione originaria.

 

Una strada moderna

Le strade di oggi accorciano le distanze... sono veloci, comode, sicure

 

G. Caillebotte, Passeggiando sotto la pioggia, 1877

Parigi fine ‘800. E’ una giornata piovosa, il cielo è grigio, la strada bagnata è ampia e rettilinea, i vecchi quartieri medievali sono da poco stati abbattuti e ora Parigi è una città moderna con i primi lampioni a gas. In primo piano una coppia sotto un ombrello nero avanza sul marciapiede, sono distratti da qualcosa che sta avvenendo dall’altra parte della strada, intorno il brulichio dei passanti con i loro ombrelli neri che si muovono in ogni direzione.

 

C. Monet, Boulevard des Capucins, 1873

E’ lo storico viale dove avvenne al n. 35 la prima Esposizione degli Impressionisti, nello studio fotografico dell’amico Nadar. La folla è il vero protagonista del quadro, Monet riprende i passanti, il traffico, le vetture, gli alberi e i palazzi con un’ampia veduta dall’alto, usa poche sintetiche macchie dove il colore si disgrega ottenendo così un effetto di straordinaria immediatezza.

 

C. Pissarro, Boulevard des Italiens

Pissarro dipinge la Parigi che cambia, la città moderna dai grandi Boulevard affollati, con la frenesia delle carrozze e delle persone che passeggiano. L’immagine è fuggevole, le forme non avendo contorni definiti sembrano mutare in continuazione. L’impressione visiva è ottenuta con la sovrapposizione dei colori stesi con pennellate rapide e sicure. Tutto comunica il mutamento dello scorrere del tempo

 

W. Kandinskij, Strada a Tunisi

Si respira un’atmosfera tranquilla nel vicolo dove si affacciano alcune botteghe artigianali, solo una figura avvolta nella sua veste bianca rompe timidamente il silenzio immobile della scena. E’ ancora un Kandiskij figurativo, l’artista che dipinge Strada a Tunisi, lontano dai colori accesi del futuro astrattismo, al contrario qui la scelta cromatica gioca sui toni deboli del verde, le forme semplificate sono definite dai contorni neri e dalle campiture a larghe zone.

 

- Andiamo?
- Andiamo pure.

All'arte del ricamo,
fabbrica passamanerie,
ordinazioni, forniture.
Sorelle Purtarè.
Alla città di Parigi.
Modes, nouveauté.
Benedetto Paradiso
successore di Michele Salvato,
gabinetto fondato nell'anno 1843.
avviso importante alle signore!
La beltà del viso,
seno d'avorio,
pelle di velluto.
Grandi tumulti a Montecitorio.
Il presidente pronunciò fiere parole.
tumulto a sinistra, tumulto a destra.
Il gran Sultano di Turchia ti aspetta.
La pasticca di Re Sole.
Si getta dalla finestra per amore.
Insuperabile sapone alla violetta.
Orologeria di precisione.
93
Lotteria del milione.
Antica trattoria "La pace",
con giardino,
fiaschetteria,
mescita di vino.
Loffredo e Rondinella
primaria casa di stoffe,
panni, lane e flanella.
Oggetti d'arte,
quadri, antichità,
26
26 A.
Corso Napoleone Bonaparte.
Cartoleria del progresso.
Si cercano abili lavoranti sarte.
Anemia!
Fallimento!
Grande liquidazione!
Ribassi del 90 %
Libero ingresso.
Hotel Risorgimento
e d'Ungheria.
Lastrucci e Garfagnoni,
impianti moderni di riscaldamento:
caloriferi, termosifoni.
Via Fratelli Bandiera
già via del Crocefisso.
Saldo
fine stagione,
prezzo fisso.
Occasione, occasione!
Diodato Postiglione
scatole per tutti gli usi di cartone.
Inaudita crudeltà!
Cioccolato Talmone.
Il più ricercato biscotto.
Duretto e Tenerini
via della Carità.
2. 17. 40. 25. 88.
Cinematografo Splendor,
il ventre di Berlino,
viaggio nel Giappone,
l'onomastico di Stefanino.
Attrazione! Attrazione!
Cerotto Manganello,
infallibile contro i reumatismi,
l'ultima scoperta della scienza!
L'Addolorata al Fiumicello,
associazione di beneficenza.

 

John Denver (1943-1997) - Take me home country roads

Allmost heaven, West Virginia
Blue Ridge Mountains, Shanandoah River
Life is old there, older than the trees
Younger than the mountains
Growing like a breeze.
Country Roads, take me home
To the place I belong
West Virginia Mountain mama
Take me home Country Road.
All my memories gather 'round her
Miner's lady, strangers to blue water
Dark and dusty, painted on the sky
Misty taste of moonshine
Tear drops in my eye.
Country Roads, take me home
To the place I belong
West Virginia Mountain mama
Take me home Country Road.
I hear her voice in the morning
How she calls me
The radio reminds me of my home far away
And driving down the road
I get a feeling that I should have been home
Yesterday Yesterday.
Country Roads, take me home
To the place I belong
West Virginia Mountain mama
Take me home Country Road
Take me home Country Road
Take me home Country Road.

 

Luigi Cacace
deposito di lampadine.
Legna, carbone, brace,
segatura,
grandi e piccole fascine,
fascinotte,
forme, pine.
Professor Nicola Frescura:
state all'erta giovinotti!
Camicie su misura.
Fratelli Buffi,
lubrificanti per macchine e stantuffi.
Il mondo in miniatura.
Lavanderia,
Fumista,
Tipografia,
Parrucchiere,
Fioraio,
Libreria,
Modista.
Elettricità e cancelleria.
L'amor patrio
antico caffè.
Affittasi quartiere,
rivolgersi al portiere
dalle 2 alle 3.
Adamo Sensi
studio d'avvocato,
dottoressa in medicina
primo piano,
Antico forno,
Rosticcere e friggitore.
Utensili per cucina,
Ferrarecce.
Mesticatore.
Teatro Comunale
Manon di Massenet,
gran serata in onore
di Michelina Proches.
Politeama Manzoni,
il teatro dei cani,
ultima matinée.
Si fanno riparazioni in caloches.
Cordonnier.
Deposito di legnami.
Teatro Goldoni
i figli di nessuno,
serata popolare.
Tutti dai fratelli Bocconi!
Non ve la lasciate scappare!
29
31
Bar la stella polare.
Assunta Chiodaroli
levatrice,
Parisina Sudori
rammendatrice.
L'arte di non far figlioli.
Gabriele Pagnotta
strumenti musicali.
Narciso Gonfalone
tessuti di seta e di cotone.
Ulderigo Bizzarro
fabbricante di confetti per nozze.
Giacinto Pupi,
tinozze e semicupi.
Pasquale Bottega fu Pietro,
calzature...

- Torniamo indietro?
- Torniamo pure


 

Fabrizio De André (1940-1999) Via del campo

Via del Campo c'è una graziosa
gli occhi grandi color di foglia
tutta notte sta sulla soglia
vende a tutti la stessa rosa.

Via del Campo c'è una bambina
con le labbra color rugiada
gli occhi grigi come la strada
nascon fiori dove cammina.

Via del Campo c'è una puttana
gli occhi grandi color di foglia
se di amarla ti vien la voglia
basta prenderla per la mano

e ti sembra di andar lontano
lei ti guarda con un sorriso
non credevi che il paradiso
fosse solo lì al primo piano.

Via del Campo ci va un illuso
a pregarla di maritare
a vederla salir le scale
fino a quando il balcone ha chiuso.

Ama e ridi se amor risponde
piangi forte se non ti sente
dai diamanti non nasce niente
dal letame nascono i fior
dai diamanti non nasce niente
dal letame nascono i fior.

APPARATO DIDATTICO
bullet

Which kind of road is John Denver's Country Road? Where is it?

bullet

In che cosa consiste la "novità" del testo di Palazzeschi? A quale dei quadri presentati potresti paragonarlo e perché?

bullet

Strade deserte e strade piene di gente: commenta.

bullet

La strada accorcia le distanze materiali e umane. Commenta, servendoti dei documenti presentati.

 

LA PIAZZA

La nascita della città è legata alle prime forme di organizzazione, alle prime società. Fulcro di questo modo di organizzarsi è la piazza, centro di aggregazione politica, economica e religiosa. Luogo d'incontro per mercati, assemblee e cerimonie ufficiali, la piazza diventa col tempo simbolo del potere, e su di essa si affacciano gli edifici più importanti della città. La gente si raduna in piazza per assistere a manifestazioni, scende in piazza per protestare, usa la piazza come luogo di ritrovo. Le grandi piazze segnano gli spazi urbani con soluzioni architettoniche "importanti", nelle quali si cimentarono artisti di tutti i tempi.

Una piazza pervasa di luce e di magia quella di Pavese, in cui si immagina l'incontro desiderato con la donna; Dalla invece punta il dito sulla vita del clochard, per il quale la piazza è la casa, un mondo variegato da condividere e nel quale trovare la propria identità.

Miniquiz

C. Pavese (1908-1950) - Passerò per Piazza di Spagna

Sarà un cielo chiaro.
S'apriranno le strade
sul colle di pini e di pietra.
il tumulto delle strade
non muterà quell'aria ferma.
I fiori spruzzati
di colori alle fontane
occhieggeranno come donne
divertite. Le scale
le terrazze le rondini
canteranno nel sole.
S'aprirà quella strada,
le pietre canteranno,
il cuore batterà sussultando
come l'acqua nelle fontane -
sarà questa la voce
che salirà le tue scale.
Le finestre sapranno
l'odore della pietra e dell'aria
mattutina. S'aprirà una porta.
il tumulto delle strade
sarà il tumulto del cuore
nella luce smarrita.

Sarai tu - ferma e chiara.

 

G. De Chirico, Piazza d'Italia, 1912 (falso d'autore, da http://www.fakemaster.it previa autorizzazione)

Piazza silenziosa, desolata, un arco in primo piano incornicia sullo sfondo due palme, mentre l’ombra di un treno corre lasciando un fumo bianco. A destra in ombra un porticato, al centro della piazza, una scultura, in parte donna in parte statua, ricorda la Grecia dove il pittore è nato. Le lunghe ombre risaltano nella luce fissa e irreale. Ogni elemento sembra a sé stante al di là di ogni cosa concreta e tangibile, l’atmosfera è inquietante, misteriosa e di attesa.

Ogni cosa ha due aspetti: l’aspetto consueto che vediamo quasi sempre e che ciascuno vede, e quello spirituale e metafisico che pochi individui sono capaci di vedere in particolari momenti”.Per De Chirico la parola “metafisica” significa “qualcosa che oltrepassa la realtà quotidiana”

 

L'agorà di Atene

 

Lucio Dalla (1943) - Piazza Grande

Santi che pagano il mio pranzo non ce n'è
sulle panchine in Piazza Grande,
ma quando ho fame di mercanti come me qui non ce n'è.

Dormo sull'erba e ho molti amici intorno a me,
gli innamorati in Piazza Grande,
dei loro guai dei loro amori tutto so, sbagliati e no.

A modo mio avrei bisogno di carezze anch'io.
A modo mio avrei bisogno di sognare anch'io.

Una famiglia vera e propria non ce l'ho
e la mia casa è Piazza Grande,
a chi mi crede prendo amore e amore do, quanto ne ho.

Con me di donne generose non ce n'è,
rubo l'amore in Piazza Grande,
e meno male che briganti come me qui non ce n'è.

A modo mio avrei bisogno di carezze anch'io.
Avrei bisogno di pregare Dio.
Ma la mia vita non la cambierò mai mai,
a modo mio quel che sono l'ho voluto io

Lenzuola bianche per coprirci non ne ho
sotto le stelle in Piazza Grande,
e se la vita non ha sogni io li ho e te li do.

E se non ci sarà più gente come me
voglio morire in Piazza Grande,
tra i gatti che non han padrone come me attorno a me

 

Piazza San Pietro, Città del Vaticano

 

I fedeli in piazza S. Pietro

 

Giovani in piazza del Plebiscito a Napoli

 

Discorso di Mussolini in piazza Venezia, 10 giugno 1940

 

W. Rosenblum - Gioco del Mondo, 105th Street – 1952 – stampa in bianco e nero – Padova Galleria Civica

La fotografia è stata scattata nel quartiere ebraico del Low East Side di Manhattan, dove è cresciuto Rosenblum. L’immagine è costruita sul rapporto luce-ombra: ogni figura presenta le sue zone di luce e di ombra e la sua ombra portata, nera che risalta sul tono grigio dell’asfalto. La prospettiva centrale mette in evidenza la figura di bambina con la gamba alzata, colta nell’attimo in cui raccoglie il segnaposto nel gioco più diffuso al mondo (da noi conosciuto come “mondo” o “campana”). In secondo piano a sinistra tre ragazzi giocano a baseball: uno è ripreso nell’atto di lanciare la palla, l’altro è in posizione per riceverla, nella sua mano destra è visibile il guantone, un terzo tenta di intercettare il lancio. A destra tre passanti si allontanano. La luce rischiara la parte alta di ogni figura: è mezzogiorno. Sullo sfondo l’arco prelude ad un’altra scena di strada…altri palazzi, altre figure

 

 

Piazza di Spagna e Trinità dei Monti, a Roma

Back

APPARATO DIDATTICO
bullet

Servendoti dei documenti presentati stendi un saggio breve o un articolo di giornale sul tema "La piazza, luogo di incontri". Non superare le 4-5 colonne di metà di foglio protocollo.

a cura di Monica Anelli, Paola Lerza, Elvira Tognini, Elisabetta Verticelli