La notte e il mito


La Notte e il mito
Mitologia
Icona iDevice Introduzione

    I miti sono una particolare forma di narrazione fantastica, che ha lo scopo di dare una spiegazione a diversi aspetti della realtà. Fin dalle epoche più remote, l’uomo cercò di trovare risposta a tutti i grandi interrogativi postigli dall’osservazione di quanto lo circondava. Qual è l’origine dell’universo? Chi ha creato l’uomo? Perché il giorno finisce e viene il buio? Privi dell’aiuto della scienza, che oggi fornisce risposte esaurienti a tutte queste domande, i popoli primitivi elaborarono interpretazioni poetiche e fantastiche di molti fenomeni naturali ed è a questo patrimonio mitologico che dobbiamo attingere se vogliamo conoscere le risposte sull’origine della notte.

    I miti sulla creazione sono presenti in tutte le civiltà e sono dappertutto molto simili. La struttura di questi racconti è sempre uguale: all’origine dell’universo vi è il caos e regna indistinto il disordine. In seguito interviene un essere supremo, diverso per ogni civiltà, che sostituisce al caos l’ordine e la separazione tra i vari elementi. Tra i tanti elementi che li accomuna, c’è in tutti una situazione iniziale di tenebre, di buio: nasce così la notte.

 


Icona iDevice IL RACCONTO DELLA BIBBIA

Il passo racconta come Dio creò il mondo dalla massa informe delle acque e delle tenebre in sei giorni; il settimo giorno benedì quanto aveva creato e si riposò. Possiamo notare come la notte nasce per volontà divina in contrapposizione alla creazione della luce, o meglio: la notte non viene creata, ma c’è, tutto è tenebra, buio: solo con la creazione della luce, la notte acquisisce la sua connotazione.

In principio era il caos

(La Sacra Bibbia, Genesi, ed. CEI)

 

In principio1 Dio creò il cielo e la terra. La terra era una massa senza forma e vuota; le tenebre ricoprivano l’abisso e sulle acque aleggiava lo Spirito di Dio2.

Iddio disse3:”Sia la luce”; e la luce fu. Vide Iddio che la luce era buona e separò la luce dalle tenebre; e chiamò la luce “giorno”, e le tenebre “notte”. Così fu sera, poi fu mattina: il primo giorno.

Note:
1. In principio: siamo all’inizio di tutto, non esiste neppure il tempo
2. Aleggiava lo spirito di Dio: si stendeva, sospeso; il mondo non esiste ancora, vi sono solo buio, una grande distesa d’acque e una massa senza forma; l’unica realtà esistente è Dio.
3. disse: la volontà e la potenza creatrice di Dio si manifestano attraverso la parola; la parola di Dio crea la realtà

 


Icona iDevice IL MITO MAYA DAL POPOL VUH

La creazione del mondo e dell’uomo è opera della volontà degli Dei che incaricano i due Divini Antenati di questo compito. Gli Antenati, con il potere della parola, danno vita alla Terra e a tutti gli esseri viventi, il cui fine è quello di rendere grazie agli Dei per la vita che hanno loro donata. Ogni singolo atto della creazione si compie di notte e termina prima dell’alba.

In origine esistevano solo il cielo e il mare

(I Miti dell’Oriente, a cura di M. Bussagli, ed. Club Mondadori).

…in origine non altro esisteva che il cielo e il mare e che, nel silenzio inviolato e nella inviolata immobilità1 del cielo e del mare, i soli esseri viventi erano il triplice2 dio detto “Cuore del cielo”, nel quale coesistevano le tre divine persone di Caculhà Huzucàm, Chipi Caculhà e Raxa Caculhà, e i Divini Antenati, Tepeu e Gucumatz, che dimoravano nella distesa marina immersi, essi soli, nella luce. Soltanto intorno ai due Antenati era diffusa la luce, poiché tutta l’immensa distesa del cielo e del mare ne era ancora priva.

Note:
1. nel silenzio…immobilità: perché niente e nessuno si muoveva o faceva rumore

2. triplice: formato da tre parti

 


Icona iDevice IL MITO CINESE

Ancora profondamente integrati nella natura, gli uomini si sentivano parte di essa e ritenevano che fosse animata in tutte le sue molteplici manifestazioni. Ogni suo elemento veniva considerato un’entità misteriosa, dotata di poteri prodigiosi, capaci di creare e distruggere. Il mito crea relazioni tra le cose semplici e note e quelle difficili e sconosciute. Il fuoco ha qualcosa in comune con il sole; l’oro, che non arrugginisce mai e non invecchia, simboleggia l’immortalità; poiché l’uovo dà origine alla vita, il mondo fu creato da un uovo.

Una scura massa di nulla

(Tao Tao Lin Sanders, Dei, draghi ed eroi della mitologia cinese, Mondadori)

 

In principio, l’universo era un buio caos1, una scura massa di nulla. Cielo e terra non erano separati, né lo erano notte e giorno, e non formati erano il sole, la luna e le galassie. Per poter concepire quest’inimmaginabile insieme di tempo e spazio, alcune popolazioni lo pensarono come un grosso uovo, e in questa buia massa ebbe origine Pangu, il primo essere dell’universo. Pangu crebbe nella totale oscurità e dormì per millenni e millenni. Quando si svegliò, era ormai un gigante e, resosi conto di stare nel caos, decise di creare l’ordine. Afferrata una pesante ascia, sferrò un poderoso colpo al guscio, spaccandolo. Le parti più leggere salirono galleggiando, e divennero il cielo; le più pesanti precipitarono, e divennero la terra.
 

Note:
1.
caos: stato di disordine universale della materia, prima della creazione del mondo

 


Icona iDevice IL MITO GRECO

Anche secondo gli antichi greci il mondo era stato creato a partire da un nulla caotico e disordinato, così come tramanda Esiodo nel poema intitolato Teogonia, che significa Nascita degli Dei. Nel passo riportato, che costituisce il principio della narrazione, compaiono le quattro prime potenze originarie e la prima generazione di esseri.

La nascita dell’universo

(Esiodo, Teogonia, trad. di A. Colonna, UTET)

 

All’inizio, per primo, fu il Caos1; in seguito, quindi, vi furono la Terra dal largo petto2, dimora sicura per sempre di tutti gli immortali che abitano le cime del nevoso Olimpo3, ed il Tartaro tenebroso4 nelle profondità della terra dalle larghe vie; quindi venne Eros5, il più bello fra gli Dei immortali, colui che scioglie le membra6, e che doma nel petto di tutti gli Dei e di tutti gli uomini, l’animo e i saggi consigli7. Dal caos nacquero l’Erebo e la nera Notte8; dalla Notte quindi nacquero l’Etere e il Giorno, che ella partorì dopo averli concepiti unita in amore con l’Erebo.

 

Note:1. Caos: il nome in greco antico significa “spazio vuoto, voragine”.2.Terra dal largo petto: in greco si chiama Gea; l’espressione indica grandezza e fecondità.3.Olimpo: il monte più alto della Grecia, il luogo dove abitavano gli Dei.4.Tartaro tenebroso: era la parte più profonda del mondo, posta sotto l’Ade, che era il regno dei morti.5.Eros: l’amore, inteso come forza generativa e creatrice.6.scioglie le membra: che toglie la forza, perché fa innamorare.7.saggi consigli: l’amore priva gli uomini e gli Dei della capacità di pensare in modo saggio.8.Erebo…Notte: Erebo è il nome delle tenebre infernali. E’ figlio del caos e insieme a sua sorella, la Notte, genera l’Etere (Aria luminosa) e il Giorno. Dalla Notte discendono anche il Sonno, il Destino e i sogni.

 


Icona iDevice Le personificazioni della Notte

I popoli primitivi hanno sempre sentito il bisogno di personificare gli eventi inspiegabili come divinità o entità precise, con nomi e aspetti tra i più vari.

  • Nel mito persiano il dio Ormuzd creò il monte Alborgi che crebbe dal centro della terra fino alle stelle. Su di esso ci sta il trono di Ormuzd e la sua ombra crea la Notte sulla terra.
  • La mitologia egizia non ha una vera e propria divinità notturna, ma in essa Nut è la dea che personifica il cielo stellato, e per estensione anche il periodo notturno. Nut o Nuit infatti era più esattamente la dea del cielo e della nascita.
  • Nella mitologia norrena o mitologia scandinava , Nótt è la divinità che personifica la notte. Figlia del gigante Nörfi si sposò tre volte: con Naglfari che significa "oscurante" ebbe come figlio Audr, cioè "spazio"; con Annarr (che significa "secondo") ebbe come figlia Jördr cioè "la terra"; infine con Dellingr, ossia "giorno di primavera", generò Dagr , "il giorno" che era luminoso e bello come il padre.
  • Secondo la mitologia azteca, Tezcatlipoca ("specchio fumante") era il dio della notte, del nord e delle tentazioni. Possedeva uno specchio che sprigionava fumo ed uccideva i suoi nemici. Era l'antitesi ed il rivale di Quetzalcoatl che era il dio della bellezza e della guerra. Gli aztechi li assimilarono nella loro religione e li considerarono alla stessa stregua, due divinità gemelle. Erano uguali ed opposti. Perciò Tezcatlipoca fu chiamato "il nero Tezcatlipoca" e Quetzalcoatl "il bianco Tezcatlipoca".
  • Nella tradizione classica, Nyx era la personificazione della notte terrestre, in contrapposizione al fratello Erebo, che rappresentava la notte del mondo infernale: questa dea è stata ripresa dalla mitologia romana con il nome di Nox.

Testi di Liliana Manconi

Immagini di Lucia Maria Izzo

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