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 Ricordi

In un tempo non molto lontano,  in un paese poco distante dal mare e situato in una verde vallata, in una casa signorile fuori dal paese, in una frazione, viveva una famiglia serena e agiata. La casa, a dire il vero, era un poco particolare. Attraverso un patio si accedeva  ad un'altra ala della casa, poco usata dalla famiglia, dove vi era un forno a legna ed una cucina di altri tempi. Essa comunicava con un terrazzo, dove i padroni di casa coltivavano  piante rare, e con un giardino, dove insieme a grandi palme convivevano piante e fiori di ogni specie. Da quel  patio si accedeva, attraverso delle scale in mattoni, ad altre terrazze dove bambini che diventavano ragazzi scorazzavano liberi, rincorsi dagli animali che popolavano la casa: cani e gatti che convivevano pacificamente. La casa, inoltre, era immersa nel verde e circondata da alberi secolari. In strutture apposite erano collocati un pollaio, che spesso ospitava dei pulcini che erano la felicità della piccola di casa, una colombaia, dove con i colombi  convivevano i conigli ed infine due caprette che spesso fornivano il latte per gli abitanti della casa. La famiglia era una famiglia di altri tempi. Era composta dai genitori,  da quattro figli e da una vecchietta, adorata dai bambini che la consideravano come una nonna e spesso era frequentata dai nonni materni e da una donna anziana del luogo, che era considerata come una componente della famiglia stessa. La vecchietta era vissuta fin da ragazza  con quella famiglia, si dedicava alle faccende di casa, accudiva i bambini, insomma, era una balia o governante, come quelle di un tempo. Le sere d’ inverno sedeva davanti al camino acceso, con i bambini attorno  che si divertivano a mettere nel camino le  bucce dei mandarini, che emanavano un odore particolare. Raccontava loro storie fantastiche di re e regine di dame e cavalieri, di luoghi lontani dove era stata  in gioventù insieme ai datori di lavoro e li cullava con il tono cantilenante e soave della sua voce, fin quando essi crollavano addormentati. La vita scorreva serena, la mamma si occupava della casa e dei pargoli ed il papà amministrava i beni della famiglia e si dedicava con passione alla sua professione di avvocato. Era una persona dolce ma autorevole, di grande cultura e dai molteplici interessi: amava la poesia, l’arte, la fotografia, la musica il giardinaggi; si dedicava al giornalismo e alla politica, contribuendo attivamente al benessere del paese. Infatti era molto generoso e dava lavoro a molti. Non di rado la parcella per i suoi clienti consisteva in un pollo, delle uova o un coniglio, segno di riconoscenza per consulenze gratuite. Nel tempo libero amava andare a caccia, era anche una scusa per  fare delle lunghe passeggiate per la campagna ed i boschi limitrofi, accompagnato dall’adorato cane, la  mascotte della famiglia, e dai figli . Al ritorno da queste passeggiate il carniere era vuoto di selvaggina ma colmo dei prodotti che i contadini incontrati gli avevano donato. La casa era affollata, sempre, di persone che andavano e venivano. Chi veniva a chiedere un parere legale, chi un consiglio, i coloni portavano frutta e verdura... La vita scorreva, dunque, serena, ma i bambini crescevano e giunse il tempo del trasferimento in città, bisognava frequentare le scuole medie e superiori. Venne quindi il triste momento in cui dovettero lasciare i luoghi della loro innocente  infanzia, l’adorata balia, rimasta a gestire la situazione, gli amati animali e gli amici di sempre… I ragazzi aspettavano con ansia le vacanze di Natale e soprattutto quelle estive ed intanto frequentavano la scuola  facendo nuove amicizie, anche se non dimenticavano i vecchi compagni di gioco e di avventure. Poi, all’improvviso, tutto cambiò: l’adorata vecchietta si ammalò e nonostante le cure amorevoli prestatele volò in cielo. La casa venne chiusa e poiché l’adorato cane non poteva venire con la famiglia in città fu affidato al cugino  vicino di casa. Un giorno, improvvisamente, scomparve. Grande fu il dolore  per tutti e soprattutto per la più piccola, che per anni ed anni si illuse che egli tornasse a casa. Si rassegnò a malincuore solo quando si rese conto che ormai era divenuto impossibile. Questo evento le impedisce tuttora di tenere con sé degli animali.  Da allora molte cose sono successe, gioie e dolori si sono avvicendati, più dolori che gioie in verità, molti cari non ci sono più e nuove creature sono venute ad allietare la vita di coloro che sono rimasti, eppure la vecchia casa occupa un posto importante nel cuore di tutti ed è ancora lì a ricordare loro, con i suoi muri invecchiati, i capperi che crescono spontanei sulla facciata, quello che sono  stati e che sono.

Tina Saija


 

 

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