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VALORE

a cura di Elvira Tognini ed Alessandra Bucchi  

 LA GABBIANELLA E IL GATTO
CHE LE INSEGNO' A VOLARE

Come ogni anno uno stormo di gabbiani sorvolava la foce dell' Elba nel mare del nord e si dirigeva verso paesi più caldi dove le femmine avrebbero deposto le uova senza nessun pericolo. I gabbiani volando si accorsero di un banco di aringhe e uno dopo l'altro si tuffarono in mare e le mangiarono. Ma Kengah, in uno dei suoi tanti tuffi non si accorse e non sentì le grida dei suoi compagni che la mettevano in guardia da un' ondata di petrolio che in un attimo la travolse, ma che fortunatamente non le appiccicò le ali al corpo. Gli altri uccelli intanto volarono via perché era impossibile salvarla e secondo le loro regole non dovevano rimanere a guardare un loro compagno morire. Kengah cercò di raccogliere tutte le sue forze e dopo alcuni tentativi riuscì a spiccare il volo dirigendosi verso il sole, sperando che il suo calore sarebbe servito a sciogliere il petrolio, ma ben presto le forze le vennero meno e precipitò sopra al balcone di una casa abitata in quel periodo solo da un gatto perché i padroni erano in vacanza. Il felino subito le dimostrò la sua disponibilità, ma non sapendo cosa fare andò in cerca d'aiuto. Prima che lui partisse però la gabbiana espose il suo ultimo desiderio, quello di fare un uovo, e per questo chiese al gatto Zorba di non mangiarlo, di accudirlo e di insegnare al suo piccolo a volare quando questo fosse nato. Il gatto capendo che ormai, oltre a stare delirando, era anche diventata pazza andò in cerca d'aiuto. Nei giorni successivi assieme ai suoi amici si prese cura dell' uovo, dato che Kengah era morta, e anche quando questo si schiuse continuò ad accudire la gabbianella che fu chiamata Fortunata. Per molto tempo essa si sentì un gatto essendo stata abituata a vivere con loro e non voleva imparare a volare. Quando però vide dalla finestra altri uccelli che volteggiavano nell'aria si decise e con i gatti tentò di capire quale fosse il modo per volare, ma i risultati non furono dei migliori. Fu così che Zorba decise di rompere per un'unica volta nella sua vita una cosa considerata tabù per i gatti, cioè parlare con gli umani. I gatti infatti non parlano, ma sanno miagolare in molte lingue, tra le quali appunto anche quella dell'uomo. Si rivolse ad un poeta e questo, sapendo che nulla c'era di più bello per un gabbiano che la pioggia, il vento e il sole, portò l'uccello sopra il campanile e Fortunata, spinta da una gioia immensa spiccò il suo primo volo.
 

 

APPARATO DIDATTICO

COMPRENSIONE

Dove si dirigeva lo stormo di gabbiani? Perché?

Cosa succede a Kengah?

Dove riesce ad arrivare Kengah?

Chi trova?

Quale è l'ultimo desiderio di Kengah?

Cosa chiede a Zorba?

Quale nome viene dato alla gabbianella appena nata?

Perché Fortunata si sentiva un gatto?

Chi aiuta Zorba ed i suoi amici a far volare la gabbianella?

 

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IL BRUTTO ANATROCCOLO

 

                   

Trasforma la storia della gabbianella e il gatto in un fumetto

 

 

 

 

Dopo aver letto con attenzione la storia rispondi al questionario

Lavora con le immagini

Stampa le immagini, disegna tu almeno 2 sequenze mancanti, infine racconta la storia con semplici didascalie.

si ringrazia Sebastiano

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